TRATTENUTA DELLO 0.35%: OCCORRE CHIAREZZA
Comunicato n.33/07
Non contento di scippare il tfr ai lavoratori per favorire i fondi-pensione privati, il Governo in carica ripropone l’odioso e truffaldino meccanismo del silenzio-assenso, per imporre una trattenuta pari allo 0,35% della retribuzione contributiva ai dipendenti dell’Inps e degli altri enti pubblici, iscritti alle gestioni previdenziali diverse dall’Inpdap.
Il decreto numero 45 del 7 marzo 2007 prevede, infatti, l’iscrizione d’ufficio dei dipendenti pubblici iscritti a fondi pensionistici diversi dall’Inpdap, nonché dei pensionati ex dipendenti pubblici che fruiscono di pensioni erogate dall’Inpdap, alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, istituita presso l’Inpdap con una legge del 1996, con conseguente applicazione della trattenuta, a meno che i soggetti interessati non esprimano una volontà contraria entro sei mesi dall’entrata in vigore del provvedimento.
E’ nota la nostra ferma opposizione all’istituto del silenzio-assenso, che penalizza i lavoratori che per varie ragioni non sono tempestivamente e correttamente informati, e la battaglia che stiamo conducendo come RdB-CUB contro questo meccanismo, concepito allo scopo di dirottare le nostre liquidazioni verso la previdenza complementare di tipo privatistico: ritrovarcelo di nuovo tra i piedi non ci fa dormire sonni tranquilli e impone di approfondire la questione per tentare di fare chiarezza.
La Gestione unitaria dell’Inpdap eroga una serie di prestazioni, quali la concessione di prestiti, mutui ipotecari, borse ed assegni di studio, non dissimili da analoghi benefici già accordati al personale dell’Istituto: non si capisce, perciò, il motivo per cui anche i dipendenti Inps, che possono già usufruire di tali prestazioni, dovrebbero ritrovarsi iscritti d’ufficio con relativa trattenuta in busta paga.
Non vorremmo che questo sia solo il primo passo per arrivare successivamente all’abolizione dei benefici erogati dall’Istituto ai propri dipendenti, secondo la logica del progressivo annullamento di ogni beneficio “interno”, come già sperimentato nel caso degli sconti per gli abbonamenti ai mezzi pubblici di trasporto.
Colpisce soprattutto il silenzio che avvolge questa novità, che comporta il rischio concreto di ritrovarci di qui a qualche mese con una nuova trattenuta, che non potrà più essere revocata per effetto del silenzio-assenso.
In attesa di approfondire ulteriormente i termini della questione, per poter dare indicazioni corrette ai lavoratori, ci è sembrato opportuno sollevare il problema e rompere questo muro di silenzio, e auspichiamo che l’Amministrazione faccia la sua parte nel contribuire ad informare correttamente e tempestivamente il personale.