UN MONDO A DIMENSIONE UMANA

Comunicato n. 31/17

Roma -

Non è certamente facile provare a descrivere, o semplicemente a raccontare, ciò che abbiamo vissuto nel corso dell’intera giornata di sabato in occasione della 7 convocazione dell’esecutivo Lazio chiamato a riunirsi questa volta presso la mega struttura sociale del Convitto “Principe di Piemonte” di Anagni.

Un’esperienza da vivere sulla propria pelle e non solo da menzionare, perché di fatto poi si corre il rischio di ridimensionarne il significato profondo che racchiude e che ognuno deve scoprire per sé, a patto di voler veramente crescere insieme.

Perché prima ancora dell’indispensabile confronto sui temi che bene conosciamo la priorità resta quella di mettersi in gioco e condividere insieme le piccole cose, intessendo quotidianamente una rete sempre da rinsaldare magari nei cosiddetti “ritagli di tempo” magici, preziosi ed insostituibili. Che dopo faranno da cemento.

Abbiamo infatti potuto verificare con mano che laddove c’è stato un pur semplice confronto costruttivo nelle sedi si sono ottenuti risultati assolutamente insperati, mentre d’altro canto laddove il confronto in tutto o in parte è mancato i colleghi restano abbandonati a sé stessi, alla mercé dei soliti squallidi politicanti di turno. Questo ci deve servire per il futuro e di questo da delegati dobbiamo fare tesoro.

Tornando alla vita di tutti i giorni ed in particolare alle priorità già programmate dall’esecutivo precedente, è stata giustamente subito evidenziata una mancanza di attenzione alle problematiche che vengono dal territorio e che richiedono forse una maggiore predisposizione al dialogo e all’ascolto.

Da queste lacune (che sono decisamente da colmare) scaturisce poi la mancanza di un vero coordinamento tra le sedi, quando i problemi si presentano in tutta la loro complessità ed è sicuramente meno facile porvi rimedio. Come già si è visto.

E’ triste dover riconoscere infatti che soltanto quando la tegola ci capita tra capo e collo ci si accorge del dilemma, che pure aveva colpito in precedenza i colleghi di altre sedi e per i quali a stento si era pensato ad inoltrare un messaggio di solidarietà.

Tanto per essere chiari: se noi per primi non riusciamo ora a fare questo decisivo salto di qualità, non penso che poi si andrà da nessuna parte. Avremo fiato corto.

Si è rimarcato che la spaccatura della regione in due tronconi anziché risolvere i problemi li ha gravemente accentuati: il Lazio a due velocità non funziona, come le mancanze da parte della DCMR di un riscontro, sia sul piano della formazione che sulla indifferibile istituzione di un apposito Osservatorio delle criticità in area romana, hanno ampiamente dimostrato.

L’esecutivo ha infine condiviso e fatta interamente propria la vertenza che stanno portando avanti da soli gli ispettori di vigilanza contro il previsto smantellamento del ruolo, a causa del trasferimento all’Istituto Nazionale del Lavoro delle risorse destinate all’attività ispettiva. Ed è una battaglia che coinvolge tutto il personale. Perché il Sindacato siamo TUTTI quanti noi. E non esistono deleghe che tengano.