UNA FINANZIARIA "ARMATA"
Comunicato n.57/06
"Discontinuità" è stata la parola che più di ogni altra si è sentita nei mesi scorsi sulle labbra di tutti i ministri del governo Prodi, per indicare una linea politica che avrebbe dovuto marcare una netta separazione rispetto al governo precedente. Insomma, una svolta.
La legge Finanziaria in discussione può essere considerata a tutti gli effetti un valido banco di prova per misurare tale svolta. Esaminiamo insieme alcuni aspetti, anche si natura non prettamente sindacale.
DIFESA – Le spese militari (indovinate un po’) aumentano: 9 miliardi di euro, da sommare ai 18 già stanziati ogni anno. La manovra in atto è palesemente a sostegno dell’industria militare, mentre non c’è alcuno stanziamento per la riconversione produttiva al civile.
Vengono inoltre ri-finanziati programmi bellici, quali l’acquisto di 110 aerei militari della Lockeed, già decisi dal governo precedente e che invece avrebbero potuto (e dovuto) essere definitivamente tagliati.
Dulcis in fundo, viene istituito (extra bilancio) un fondo speciale di 1 miliardo di euro per le missioni internazionali.
Domanda: ma le spese militari non dovevano essere ridotte?
IMMIGRAZIONE – A sei mesi dall’insediamento del nuovo governo, la legge Bossi-Fini (definita recentemente dal relatore ufficiale ONU alla conferenza su razzismo e xenofobia "incitante alla discriminazione e alla criminalizzazione") non è stata ancora abrogata.
Peraltro, le modifiche prospettate nel merito dal ministro dell’interno suscitano seri interrogativi e risultano addirittura peggiorative:
non si aboliscono i CPT (centri di permanenza temporanea), ma si cambia loro solo il nome in CdA (centri di accoglienza);
vengono creati appositi campi di internamento per gli immigrati ritenuti pericolosi denominati CEE (centri per l’esecuzione della espulsione), destinati a soggetti "inclini all’illegalità";
si "privatizzano" l’ingresso e la permanenza nel nostro Paese tramite la nuova figura dello "sponsor", che risulta in pratica decisiva;
se è interessante, infine, la proposta di riduzione del numero degli anni di residenza necessari per ottenere la cittadinanza (da 10 a 5), suscita sconcerto la necessità di avere comunque determinati redditi. Di fatto, l’Italia continua ad essere l’unico Paese dell’Unione Europea a non avere una legge organica sull’asilo politico. E la cosa più grave è che neppure se ne parla. Domanda: ma la Bossi-Fini non doveva essere abrogata? COOPERAZIONE – Com’era facilmente prevedibile, restano ancora una volta le briciole per la cooperazione. Siamo solo allo 0.15 % del PIL (prodotto interno lordo), ben lontani dallo 0.33 % di cui tanto si vociferava nel programma dell’Unione. Nessuna indicazione su come si voglia fare per recuperare. Nessun progetto. Nessuna idea. E dire che si tratta di percentuali infinitesime! Nel contempo, le nostre ONG (organizzazioni non governative) stanno purtroppo richiamando i volontari, chiudendo o sospendendo progetti già approvati da tempo e bloccando di fatto anche quelli nuovi, per mancanza di fondi! Domanda: ma la famosa costituenda Agenzia "più attenta ai problemi del sud del mondo" quando vedrà la luce? Siamo, certo, appena all’inizio della legislatura ed è naturale che non può esserci, in questo momento, un giudizio definitivo. Tuttavia i primi passi (indici di una tendenza) fatti dall’esecutivo, in relazione ai tre temi appena considerati, non sono affatto promettenti. Domanda: e questo sarebbe il modo migliore per… voltare pagina? Roma, 7 dicembre 2006. Coordinamento Nazionale RdB INPS Ultime notizie ANSA: la commissione difesa al Senato ha oggi chiesto un ulteriore finanziamento delle spese per le forze armate (definendolo indispensabile e straordinario). Senza parole e senza vergogna !!!