UNA QUESTIONE DI COERENZA

comunicato 34/12

Roma -

Quello che ci preme in questo momento rammentare, all’indomani della grande assemblea nazionale unitaria promossa dalle RSU di mezza Italia in difesa dello stato sociale, è il cosiddetto cartello delle priorità che, esattamente un anno fa, il governo Monti appena insediatosi cianciava di voler realizzare ad ogni costo, naturalmente per la salvezza del nostro Paese.

Presentatosi con la dovuta sobrietà rispetto al precedente burlesque, il governo dei tecnici fissava al primo posto nella propria agenda la modifica, considerata da tutti indispensabile, della legge elettorale. Una riforma in verità bloccata da tempo immemore, un anno dopo ancora in panne per beceri interessi di parte. I punti successivi riguardavano l’abbattimento dei privilegi, sui quali c’era “un lavoro enorme da fare” con la riduzione di stipendi e indennità ai parlamentari, il veto al cumulo degli incarichi ai manager pubblici e l’asta per le frequenze tv.

Ebbene, non uno solo di questi punti, a distanza di un anno, è stato affrontato con decisione e risolto, per lo meno con la stessa determinazione e durezza, da questi bocconiani lungimiranti, capaci di abbattere la loro scure esclusivamente sulle fasce più deboli del Paese, che pure affermano di voler salvare dal crack. In dodici mesi di mal governo, gli attacchi proditori nei confronti della Pubblica Amministrazione si sono succeduti a ritmo serrato senza che vi fossero risposte adeguate. Almeno fino all’altro ieri. E questa è stata la sola coerenza mostrata.

Nel contempo, il governo dei tecnici ha adottato provvedimenti insignificanti in  materia di lotta all’evasione, mostrandosi addirittura reticente nei confronti del Vaticano (con la disgustosa pantomima sull’IMU) e dei boss delle slot machine. Ma il top lo ha raggiunto con la nuova legge sulla corruzione, un vero e proprio fumo negli occhi dei cittadini, con reati finti, prescrizione garantita, niente falso in bilancio e auto riciclaggio diffuso di denaro sporco. Alla faccia della giustizia.

Per non parlare della coerenza mostrata dai ministri coccodrillo e ippopotamo, che predicando bene e razzolando male si sono subito adeguate al malcostume imperante, nella sobria attribuzione d’incarichi e relative incredibili liquidazioni ai loro rampolli. Insomma, uno schifo.

Mentre i ministri di avveniristici dicasteri, quali la fantomatica coesione sociale e l’inesistente sviluppo economico, fanno la fine che storicamente si abbatte su dittatori sbruffoni e che, alla resa dei conti, anche per loro era facile prevedere, scappando in elicottero (!!!) con tutta la delegazione dalle miniere di Carbonia.

In conclusione è stato un anno veramente disastroso nel corso del quale questi tecnici dei nostri stivali si sono ovviamente “dimenticati” sia dell’ambiente che della cultura, tagliando i fondi destinati a ricerca e sanità, ma sbizzarrendosi in compenso (non ce le possiamo spiegare altrimenti le scuse) a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti. Con eccessivo rigore nessuna equità e crescita zero.

Ma forse quelle che questo governo vuole salvare a tutti i costi, confondendo il benessere dei cittadini con il sistema economico e finanziario, sono le banche. Allora bisognerebbe spiegare loro con calma che oggi chi crede ad una crescita esponenziale all’infinito in un mondo finito è un folle. Oppure un economista.   

Roma, 15 novembre 2012

 

Coordinamento Regionale USB INPS Lazio