UNO SCIOPERO VERO E DI MASSA

Comunicato n. 41/11 a

Nazionale -

Nonostante l’amministrazione abbia operato in modo scientifico per occultare, manipolare, distorcere i dati dello sciopero USB del 15 luglio, nonostante si siano lasciate in sospeso per giorni molte posizioni individuali nella speranza di ridimensionare i dati dello sciopero, le notizie messe insieme a fatica mostrano in modo inoppugnabile che l’iniziativa ha avuto un’alta adesione. Stando a quanto comunicato dall’amministrazione nell’ultima rilevazione trasmessa il 21 luglio, hanno scioperato 4.646 lavoratori delle Aree, mentre 8.611 erano assenti ad altro titolo. Oltre la metà del personale il 15 luglio, quindi, non era in servizio. Per quanto riguarda i dirigenti, professionisti e medici, risulta che almeno in 179 hanno aderito allo sciopero.

 

Significativa la partecipazione in diverse sedi, dove le percentuali di chi ha scioperato rispetto al personale presente oscillano tra il 24% di Foggia e il 64% della Direzione Regionale della Sardegna.

Riportiamo l’elenco di queste sedi:

64% - DR Sardegna

60% - Rimini – Campobasso – Ragusa

58% - Aosta

56% - Enna

54% - Lucca

52% - Reggio Emilia

51% - Salerno – Reggio Calabria

50% - Brescia

49% - Area metropolitana di Torino

47% - Lodi – Caserta – Taranto

46% - Asti

45% - Bologna

44% - Area metropolitana di Milano

43% - Vicenza

42% - Trieste – Cagliari

40% - Firenze

38% - Ferrara

37% - Verbano-Cusio-Ossola – Latina

36% - Treviso – Verona – Parma

35% - Cosenza

34% - Pordenone – Cremona – Genova

33% - Varese – Roma sud est Casilino

32% - Oristano

31% - Modena – Prato – Nuoro – Area metropolitana di Napoli

30% - Trento – Lecco – DR Emilia Romagna

29% - Livorno/Piombino – Brindisi

28% - Savona – Massa Carrara

27% - Bergamo

26% - Bolzano – Padova – Rieti – Lecce

24% - DR Piemonte – Sassari – Foggia

 

Moltissime le sedi nelle quali la percentuale di scioperanti s’attesta intorno al 20%. I lavoratori della città di Palermo non hanno potuto partecipare allo sciopero perché la data coincideva con la festa del Santo Patrono.

Nessuno può ridimensionare, quindi, la partecipazione di massa ad un’iniziativa che ha rappresentato una prima, importante risposta ad una manovra economica che colpisce principalmente lavoratori dipendenti e pensionati, blocca fino al 2017 i contratti dei lavoratori pubblici ridimensionandone drasticamente le retribuzioni, dissangua gli organici delle amministrazioni pubbliche privandole di una vera capacità di sviluppo.

L’assemblea nazionale del 10 settembre, alla quale parteciperanno delegati sindacali e RSU, forze politiche e sociali, sarà il primo appuntamento alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, per aprire un autunno di lotte che contrasti le scelte economiche del governo e imponga una politica sociale di salvaguardia del reddito delle famiglie italiane.