USB ABBANDONA IL TAVOLO SINDACALE NAZIONALE. BASTA, LA MISURA E' COLMA! CONVOCATECI SUGLI ARGOMENTI CHE INTERESSANO I LAVORATORI

Comunicato n.26/13

Nazionale -

La delegazione dell’USB ha abbandonato oggi la riunione del tavolo sindacale nazionale dopo che l’amministrazione, nonostante il parere contrario di tutte le organizzazioni sindacali, ha confermato l’intenzione di estendere la durata della pausa mensa a 30 minuti, all’interno della quale collocare i 10 minuti di pausa previsti dall’art. 8 del D. lgs. 66/2003 in caso di prestazioni lavorative giornaliere che eccedono le sei ore. I lavoratori che non usufruiranno del ticket dovranno comunque rimanere in servizio 10 minuti in più al giorno qualora effettuino più di sei ore lavorative. Con atto unilaterale l’amministrazione prolunga l’orario di lavoro settimanale di 50 minuti.

Il prolungamento di 10 minuti dell’orario giornaliero di lavoro è stato presentato come una norma a tutela dei lavoratori, ma la stessa amministrazione si è rifiutata di accogliere la nostra richiesta di applicare l’interruzione di 15 minuti dell’attività informatica dopo due ore continuative di lavoro, come prevedono le norme.

Stesso discorso per la richiesta di far terminare l’attività d’informazione all’utenza all’orario stabilito localmente, evitando gli sforamenti che sono all’ordine del giorno, come pure è stato ancora una volta risposto picche alla nostra richiesta di chiarire, nero su bianco, quali siano distintamente le mansioni dei lavoratori delle Aree A-B-C.

Insomma, l’amministrazione se ne infischia di tutelare la salute dei lavoratori rispetto all’utilizzo prolungato delle apparecchiature informatiche, allo stress derivante dagli eccessivi carichi di lavoro e da una riorganizzazione in continuo cambiamento, nonché dal peso e responsabilità dell’attività d’informazione. L’interesse e la tutela del lavoratore vengono meno anche quando c’è da chiarire i compiti e le mansioni delle tre Aree professionali.

Basta, la misura è colma. L’amministrazione non si rende conto che nelle sedi c’è una profonda sofferenza e che i lavoratori sono bersaglio delle rimostranze dei cittadini rispetto al taglio dei servizi e alle inefficienze. Si mette a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori senza su questo farsi venire sensi di colpa. Veniamo chiamati a discutere esclusivamente di questioni che interessano la controparte, come il processo di riorganizzazione o la pausa dei 10 minuti, oppure a ratificare scelte che lasciano completamente mano libera ai dirigenti sulla gestione delle posizioni organizzative (vedi documento allegato).

 

Abbandonando la riunione di oggi abbiamo nuovamente elencato quali sono le nostre priorità:

-       Abbattimento dei carichi di lavoro;

-       Emanazione dei bandi di selezione interna previsti per il 2011;

-       Pagamento pieno dell’incentivo 2012 ai lavoratori delle sedi a cui è stato decurtato;

-       Diminuzione dei tassi d’interesse di mutui e piccoli prestiti;

-       Bando di mobilità nazionale;

-       Revisione dei criteri per l’assegnazione delle posizioni organizzative;

-       Istituzione dei tavoli di confronto su esuberi e risparmi.

 

Il vertice dell’INPS sta permettendo la distruzione e la cancellazione dei servizi accompagnando questo processo con atti di accanimento sui lavoratori, che sono senza contratto da oltre tre anni e con le retribuzioni bloccate.

Raccogliamo la protesta che arriva da alcune sedi e la estendiamo a tutto il territorio nazionale.  Proclamiamo lo stato di agitazione di tutti i lavoratori dell’INPS. Mandiamoli a quel paese…