USB INPS LANCIA UNA PETIZIONE TRA TUTTI I LAVORATORI BUONO PASTO ANCHE IN SMART WORKING

Nazionale -

(128/20) Dal 15 settembre l’amministrazione non sta più riconoscendo il buono pasto per le giornate di lavoro agile, giustificando tale scelta con il comportamento di altre amministrazioni pubbliche che non stanno erogando il buono pasto in caso di smart working e con la volontà di non essere sottoposta a censure da parte della Corte dei conti.

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto è opportuno rinviare alla Deliberazione emessa dalla Corte dei conti della Lombardia in data 9 settembre 2020, nella quale l’organo di controllo dichiara oggettivamente inammissibile la richiesta di parere del sindaco di Cernusco sul Naviglio in merito all’erogazione o meno del buono pasto in smart working, in quanto la Corte non ha tra le proprie funzioni quella di intervenire su tale materia contrattuale che viene rinviata all’Aran.

Dunque da parte della Corte dei conti non ci sono impedimenti. Non ve ne sono neanche da parte del Ministro per la pubblica amministrazione, che ha rinviato alle singole amministrazioni la decisione di riconoscere o meno il buono pasto in lavoro agile.

L’INPS per tutta la fase di lockdown e di emergenza sanitaria, fino al 15 settembre scorso, ha riconosciuto il diritto al buono pasto per lo smart working. Tuttavia l’emergenza sanitaria non si è conclusa e per ora risulta prolungata fino al prossimo 13 novembre. Il DPCM del 13 ottobre c.a. incentiva il ricorso al lavoro agile nella pubblica amministrazione come misura per contenere la diffusione del virus, rinviando ad uno o più decreti del Ministro per la pubblica amministrazione l’individuazione della percentuale di lavoratori da far operare in smart working, non inferiore al 50%. Il DM della Ministra Dadone conferma il ricorso diffuso al lavoro agile laddove l’organizzazione del lavoro e le competenze lo permettano, disponendo che per i soggetti fragili si ricorra anche alla formazione a distanza.  

Il lavoro agile è dunque una necessità organizzativa per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, contribuendo ad una minore diffusione del contagio da SARS-Cov-2. Con tali premesse, si ritiene che il buono pasto debba essere riconosciuto anche in smart working per evitare penalizzazioni rispetto al restante personale.

La USB lancia una petizione tra tutti i lavoratori per costringere le parti presenti al tavolo sindacale nazionale a guardare in faccia la realtà e ad assumere scelte coerenti con il grave contesto attuale, evitando di agitare lo spauracchio degli organi di controllo utilizzati solo quando c’è da riconoscere un beneficio ai lavoratori dell’Istituto ed ignorati quando c’è da assegnare un appalto, svendere il patrimonio immobiliare o recare vantaggi a qualcuno com’è accaduto in passato.

Partecipare all’iniziativa è molto semplice. Successivamente al presente comunicato invieremo a tutti i lavoratori dell’INPS il testo di una petizione indirizzata a presidente, vice presidente, consiglio d’amministrazione, direttrice generale e direttrice centrale risorse umane. Per aderire all’iniziativa sarà sufficiente rispondere alla mail della USB rinviando al sindacato di base dell’INPS lo stesso testo ricevuto. Sarà la USB a conteggiare le adesioni ricevute e a trasmetterle ai destinatari dalla propria casella di posta elettronica, così da tutelare le colleghe e i colleghi che vorranno aderire alla richiesta. Invitiamo tutti a partecipare, in modo da mostrare all’amministrazione il senso della compattezza e determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS.

USB, SINDACATO DEI DIRITTI E NON DEI FAVORI

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PETIZIONE PER LA RICHIESTA DI RIPRISTINO DEL BUONO PASTO IN SMART WORKING

L’iniziativa è rivolta a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici dell’INPS

Per aderire alla petizione riprendi il messaggio di posta elettronica inviato mercoledi  21 alle ore 13:

  • Clicca su rispondi e invia nuovamente alla USB il presente testo.

Le adesioni saranno raccolte fino al 30 ottobre 2020

TESTO DELLA PETIZIONE

Al Presidente Prof. Pasquale Tridico

Alla Vice Presidente Sig.ra Marialuisa Gnecchi

Ai Consiglieri del CdA  Avv. Rosario De Luca, Dott. Roberto Lancellotti, Prof.ssa Patrizia Tullini, 

Alla Direttrice generale Dott.ssa Gabriella Di Michele

Alla Direttrice centrale Risorse Umane Dott.ssa Maria Grazia Sampietro

e p.c. Al Dirigente l’Ufficio Relazioni Sindacali Dott. Aldo Falzone

 

 

Oggetto: Richiesta di ripristino dell’erogazione del buono pasto in lavoro agile dal 15 settembre 2020.

 

L’art. 87 del DL N. 18 del 17 marzo 2020 stabiliva che per tutta la durata dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, o ad eventuale antecedente DPCM, il lavoro agile fosse la modalità ordinaria di espletamento dell’attività lavorativa nella pubblica amministrazione, prescindendo dagli accordi individuali ed assicurando in presenza esclusivamente le attività classificate come indifferibili.

L’art. 263, comma 1, del DL N. 34 del 19 maggio 2020 convertito in Legge 17 luglio 2020 N. 77, prevedeva che alla data del 15 settembre c.a. cessassero gli effetti dell’art. 87 del DL N. 18 del 17 marzo 2020, disponendo tuttavia che fino alla data del 31 dicembre 2020 le amministrazioni pubbliche attuassero una flessibilità dell’orario di lavoro, introducendo forme di interlocuzione programmata con gli utenti che non prevedessero la presenza, anche con il ricorso al lavoro agile nella misura del 50% del personale interessato a tali attività.

L’art. 3, comma 3, del DPCM del 13 ottobre c.a. ha incentivato l’utilizzo del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni per contenere la diffusione del contagio da SARS-Cov-2, rinviando ad uno o più decreti del Ministro per la pubblica amministrazione l’individuazione della percentuale di personale da impiegare in lavoro agile, non inferiore al 50% indicato all’art. 263 del citato DL N. 34 del 19 maggio 2020.

Il DM del Ministro per la pubblica amministrazione datato 19 ottobre 2020 sollecita l’utilizzo diffuso dello smart working fino al 31 dicembre 2020 ad almeno il 50% di personale, senza indicare percentuali massime, disponendo che i soggetti fragili impossibilitati ad effettuare attività in lavoro agile possano fruire di formazione a distanza.

Alla luce di quanto rappresentato, è evidente che il lavoro agile o smart working nella fase di emergenza epidemiologica non è da considerarsi facoltativo ma obbligatorio, per contenere la diffusione del Covid-19.

Con propria disposizione codesta Amministrazione ha riconosciuto il buono pasto in smart working fin quando tale modalità il lavoro agile è stato considerato la modalità ordinaria di espletamento dell’attività lavorativa, cessandone l’erogazione a far data dal 15 settembre scorso. Tuttavia il DM del 19 ottobre stabilisce che il lavoro agile fino al 31 dicembre è da considerarsi una delle modalità ordinarie di effettuazione della prestazione lavorativa.

I sottoscritti lavoratori dell’INPS chiedono il ripristino dell’erogazione del buono pasto in smart working dalla data del 15 settembre 2020 in quanto non si ravvisano elementi ostativi a dare continuità alla scelta di codesta Amministrazione per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, avendo la Corte dei conti dichiarato in una propria ordinanza di non essere preposta ad entrare nel merito della materia, demandata alla contrattazione e all’Aran, mentre il Ministro per la pubblica amministrazione ha rinviato tale scelta alle singole amministrazioni.

Confidando in un positivo accoglimento dell’istanza, si porgono cordiali saluti.   

 

Ottobre 2020