USB RESPINGE IL CONTRATTO DEL COMPARTO FUNZIONI CENTRALI E APRE LA CONSULTAZIONE TRA I LAVORATORI, AVVIANDO UNA CAMPAGNA NAZIONALE SULLA DEMOCRAZIA SINDACALE
Ordine del giorno conclusivo della riunione dei Coordinamenti Nazionali di Pubblico Impiego e Funzioni Centrali del 13 gennaio 2018
Il Coordinamento Nazionale di Pubblico Impiego e i Coordinamenti Nazionali dei settori del Comparto Funzioni Centrali, riuniti a Frascati il giorno 13 gennaio 2018, dopo ampia e partecipata discussione, confermano il giudizio completamente negativo sul Contratto Funzioni Centrali, che ha portato la delegazione trattante USB presente in Aran a non sottoscrivere l'ipotesi di accordo siglata da Cgil Cisl e Uil e Confsal-Unsa il 23 dicembre scorso, sottolinenando alcuni punti di particolare gravità:
– l'aumento contrattuale a regime non solo non restituisce ai lavoratori e alle lavoratrici del Comparto quanto perso in termini economici a causa del blocco della contrattazione , ma non copre neanche, se non in minima parte, l'inflazione registrata negli anni dal 2010 al 2017, determinando danni irreversibili alle retribuzioni e agli istituti ad essa collegati;
– l'elemento perequativo per la prima e la seconda area (aree A e B) è finanziato solo per 10 mesi del 2018 e non è valido ai fini previdenziali del TFR e degli altri istituti legati alla retribuzione, configurandosi quindi come un compenso sostanzialmente “fuori busta”;
– è stato rinviato l'esame dell'ordinamento professionale, lasciando invariate le forme di sfruttamento nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della prima e seconda area (aree A e B), ai quali le norme di legge negano i percorsi per i passaggi all'area superiore;
– è stata confermata una norma contrattuale antidemocratica che obbliga le organizzazioni sindacali a firmare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per poter partecipare alla contrattazione integrativa di ente/amministrazione, indipendentemente dalla certificazione della rappresentatività ottenuta con la somma degli iscritti e dei voti alle elezioni rsu;
– sono state ridotte a 18 ore o a 3 giorni le assenze finora imputabili a malattia per visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche, ed è stato introdotto l'obbligo della programmazione mensile dei permessi della legge 104;
– si introduce l'istituto delle "ferie solidali", scaricando sui lavoratori l'onere di tutela di quanti costretti ad assentarsi per assistere figli minori;
– sono state inasprite le norme disciplinari, soprattutto in occasione di assenze ritenute ingiustificate in continuità con giornate festive;
– sono state di fatto introdotte le fasce meritocratiche previste dalla Riforma Brunetta;
– le posizioni organizzative continuano ad essere finanziate dal fondo risorse decentrate, facendo pagare l'organizzazione del lavoro ai lavoratori;
– si prevede l'attivazione di polizze assicurative a copertura della responsabilità civile solo per le posizioni organizzative, lasciando senza tutela i tanti lavoratori che assumono decisioni e firmano atti a valenza esterna;
– si cancella la contrattazione su orario di lavoro, formazione e mobilità del personale, facendo passi indietro nelle relazioni sindacali addirittura rispetto alla Riforma Brunetta e al decreto legislativo 165/2001;
– questo CCNL di fatto ipoteca la discussione del contratto degli altri comparti, configurando un nuovo modello di dipendente pubblico sottoposto a stretta sorveglianza, piegato ad una obbedienza passiva e costretto a servire gli interessi di quel nuovo modello di Pubblica Amministrazione che abbiamo definito Stato SPA.
Il Coordinamento Nazionale Pubblico Impiego e i Coordinamenti Nazionali dei Comparti Funzioni Centrali confermano la decisione di non firmare il Contratto Collettivo Nazionale Funzioni Centrali e di avviare la consultazione tra i lavoratori, con la convocazione di assemblee aperte a tutto il personale delle amministrazioni del comparto.
Le delegate e i delegati presenti decidono di lanciare una Campagna Nazionale per la riconquista della democrazia sindacale a partire dal diritto alla contrattazione per le rappresentanze dei lavoratori e dal diritto di convocazione di assemblea che deve essere riconosciuto ad ogni singolo delegato RSU.
Questa campagna politica - necessaria risposta da parte della nostra organizzazione al passaggio di fase che sta investendo il pubblico impiego, rideterminandone la funzione dopo averne distrutto la credibilità nell'opinione pubblica - deve adesso vivere in ogni luogo di lavoro, utilizzando tutti gli strumenti conflittuali e legali a nostra disposizione, con la decisione di mettere in discussione la norma contrattuale che obbliga a firmare il contratto collettivo per poter partecipare alla contrattazione integrativa.
La campagna sulla democrazia sindacale investe non solo il comparto Funzioni Centrali ma l'intera categoria di PI e USB nel suo complesso, e diventerà uno dei temi centrali della campagna per le prossime elezioni RSU.
Frascati, 13 gennaio 2018