Vedremo mai la fine dei lavori in DCSIT?
Dopo le nostre ripetute richieste finalmente si è tenuto l’incontro sindacale sui lavori della DCSIT. L’ing. Borraccia, per conto dell’Amministrazione, ha illustrato le motivazioni del gravoso ritardo nella consegna dei lavori di ristrutturazione dell’edificio di via Civiltà del Lavoro, sede storica della DCSIT oggi DCOSI. Il cronoprogramma dei prossimi lavori, escludendo la sostituzione degli infissi e le relative tamponature esterne (quelle sotto le finestre, per intenderci), nonché la messa in sicurezza e l’ampliamento della recettibilità della struttura, secondo i dettami delle norme di sicurezza stilate dai VV.FF. prevede il rientro del personale nella sede dopo il 2019!
Tale notizia, per noi aberrante, è stata accolta con plauso e lodi da parte della UIL e con una sviolinata da parte del rappresentante nazionale della CGIL. Le Altre OO.SS. hanno accolto le notizie in silenzio.
Noi no. Pur rammaricati del fatto che l’ing. Borraccia abbia personalizzato le critiche su come siano stati condotti e gestiti i lavori fino ad oggi, modalità che purtroppo non cambieranno in futuro (il citato “spezzatino” del nostro precedente comunicato è stato mal digerito dall’amministrazione), abbiamo denunciato la gestione dei lavori che è a dir poco vergognosa non fosse altro perché ci era stato garantito che senza il personale nella struttura i lavori sarebbero proseguiti in modo celere. I cantieri iniziati nel 2013 e proseguiti dal 2015 senza la presenza dei lavoratori, oggi si viene a scoprire che dureranno almeno fino al 2020. Il grattacielo di 15 piani, accanto alla nostra sede di via Chopin è stato restaurato completamente in poco più di un anno e noi, per uno stabile di 4 piani, siamo ancora a “babbo morto”. Nel frattempo la nostra amministrazione scopre che devono essere rifatti anche i bagni… e chissà quanto ci vorrà per scegliere e montare piastrelle e sanitari.
Abbiamo sottolineato che non ci risultano controlli sulle ditte subappaltatrici, sia per quanto riguarda la sicurezza di chi lavora nel cantiere sia per quanto attiene al pagamento dei contributi previdenziali. Anche se l’amministrazione si è impegnata ad una maggiore vigilanza nel futuro, sarà nostra cura verificare che non sia impiegata manodopera irregolare come accaduto in passato nell’edificio di via Ciro il Grande e da noi prontamente denunciato.
Tuttavia l’impressione generale che ricaviamo dalla lunghezza dei tempi d’intervento per la ristrutturazione dello stabile di via Civiltà del Lavoro, lo abbiamo detto anche nell’incontro, è che si stia operando per fare in modo che non ci sia più un palazzetto dell’informatica all’INPS o, meglio, che non ci sia più l’informatica all’interno dell’Istituto e che tutto sia affidato completamente all’esterno, magari consegnando alla società o alle società private un palazzetto ristrutturato e pronto all’uso.
Non ci convincono molto le dichiarazioni di voler attivare 150/200 nuove assunzioni nel profilo informatico, perché alla base manca un’idea e soprattutto la volontà di riprendere in mano il controllo dell’informatica, investendo all’interno in innovazione e professionalizzazione diffusa. Noi continueremo a batterci per un’informatica interna e per il rientro nello stabile di via Civiltà del Lavoro in tempi ragionevoli.
USB PI INPS DCOSI