DATI SULLO SCIOPERO DELL'OTTO MARZO E GOVERNANCE INPS
Comunicato n. 26/19
8 MARZO ALL’INPS, 4.380 LAVORATRICI E LAVORATORI SCELGONO DI SCIOPERARE
Dai primi dati provvisori sullo sciopero globale dell’8 marzo consegnati dall’Ufficio Relazioni Sindacali emerge che 4.380 lavoratrici e lavoratori delle aree professionali dell’INPS hanno partecipato alla protesta, una percentuale pari al 19,48% del personale depurato delle assenze ad altro titolo.
Un risultato consistente e, forse, la migliore risposta possibile alla CGIL e a quanti hanno ostacolato lo sciopero organizzando parallelamente assemblee con cineforum, dibattiti e altro. Non siamo d’accordo con chi sostiene che indossare una maglietta rossa o una spilletta abbia lo stesso valore dello sciopero. Nella giornata in cui è stato proclamato uno sciopero generale non si organizzano assemblee o altre iniziative che possano depotenziare l’effetto di quella protesta. E’ una regola non scritta che non riguarda solo l’8 marzo e, quindi, le donne: è una questione di rispetto verso chi protesta rinunciando a parte della retribuzione, ma evidentemente non tutti lo comprendono.
SE VENTICINQUE GIORNI VI SEMBRAN POCHI. IL VUOTO ISTITUZIONALE DELL’INPS
Da venticinque giorni l’INPS è senza vertice politico e la cosa a noi appare di una gravità inaudita. E’ la prima volta che accade. Naufragata la prima proposta di nomina di Tridico e Verbaro come commissario e sub commissario per problemi personali e d’incompatibilità di quest’ultimo, il ministro Tria sembra stia aspettando che Di Maio formalizzi una nuova proposta di decreto, ma i giorni passano e il provvedimento non arriva. Stamattina “il Sole 24 ORE” annuncia che è stato raggiunto l’accordo per la nomina di Tridico e Nori, rispettivamente presidente e vice presidente. Vedremo se la notizia troverà conferma negli atti istituzionali.
Mentre la politica tentenna, per fortuna il direttore generale, Gabriella Di Michele, sta assicurando la continuità amministrativa, governando l’Istituto in un momento particolarmente delicato. Ma il vuoto istituzionale che si è venuto a determinare condiziona l’attività dell’INPS. Ci sono adempimenti propri del presidente dell’Istituto che non possono essere demandati ad altri.
Chiediamo ai due ministri del governo di agire in fretta procedendo a designare i commissari, in attesa delle nomine definitive che avverranno successivamente alla trasformazione in legge del decreto che contiene la riforma della governance.