Emilia R. - CRONACA DI UNA PROVOCAZIONE FALLITA

da RdB Inps Emilia Romagna

Bologna -

Quelli che seguono sono semplicemente i fatti così come si sono svolti.

  • Da alcune settimane il direttore della sede di Piacenza ha avviato un cronometraggio dei tempi di lavorazione di numerose attività con l’appoggio della RSU e contro il parere di una parte consistente dei lavoratori che, nell’area aziende, hanno sottoscritto all’unanimità un documento in cui esprimevano gravi perplessità;
  • Mercoledì 7 giugno, quindi con un bel po’ di ritardo, il direttore regionale Chiaravalle contatta telefonicamente il referente regionale RdB, Cardigliano, per fornirgli la seguente informativa: "A Piacenza partirà un progetto di "misurazione cronometrica della produttività" condotto dal Direttore Losurdo (a tale scopo investito direttamente dalla D.G.) e le altre sigle sindacali hanno già dato il loro assenso (cosa nei fatti dimostratesi non veritiera poiché solo i rappresentanti regionali di due OO.SS. avevano espresso disponibilità, mentre altre OO.SS. non erano neanche state contattate) ". La risposta di RdB a tale estemporanea (e poco corretta, nei modi) informativa è stato quello di verificare se di tale progetto fossero state rese partecipi le OO.SS. nazionali secondo le procedure delle normative vigenti. Anche tale verifica ha dato esito negativo in quanto il coordinatore nazionale RdB INPS si dichiarava all’oscuro di tutto e, anzi, manifestava grande preoccupazione per gli esiti di una tale iniziativa;
  • Lunedì 12 giugno il Direttore della Sede di Bologna, Parisi, convoca con urgenza la RSU e le OO.SS. di sede per informarle che il progetto "cronometro" di Losurdo avrebbe coinvolto oltre alla sede di Piacenza (per i prodotti AP) anche la sede di Bologna per la parte riguardante l’area aziende (guarda caso quella in cui i lavoratori di Piacenza avevano manifestato la contrarietà di cui sopra) e IMMEDIATAMENTE sarebbero stati convocati i lavoratori individuati dalla direzione per essere avviati in sede regionale per la riunione di avvio di tale progetto. Successivamente, una volta scelte le pratiche che sarebbero state oggetto di misurazione (che secondo alcuni dirigenti avrebbero dovuto essere quelle senza intoppi procedurali, in altre parole quelle già fatte, e questa indicazione la dice lunga sulla correttezza dell’operazione) avrebbero dovuto partecipare alla giornata di formazione in Sede regionale prevista per il giorno giovedì 15 giugno. A tale giornata avrebbero partecipato nel seguente ordine: 1) professionisti dell’uso del cronometro (in missione da fuori regione); 2) apprendisti cronometristi nostrani; 3) lavoratori delle sedi di Piacenza e Bologna (nel ruolo di cavie da sottoporre a misurazione).
  • La RSU della sede di Bologna,, riunita d’urgenza, chiede la sospensione di tale iniziativa.
  • Il sindacato RdB, a livello nazionale, diffida i vertici nazionali e regionali dell’Istituto dal porre in essere tale progetto, mentre a livello locale indice un’assemblea regionale dei lavoratori INPS per tutta la giornata di giovedì 15 giugno, in concomitanza con la riunione dei cronometristi, con il dichiarato intento di impedirne lo svolgimento.
  • Successivamente, anche la CGIL si aggrega indirizzando al Direttore Regionale un invito a sospendere la sperimentazione.
  • Martedì 13, proprio mentre si definisce un accordo tra tutte le OO.SS. regionali (anche quelle inizialmente favorevoli) di trasformare l’assemblea indetta da RdB in assemblea unitaria (cosa che per altro dal primo momento avevamo caldeggiato) arriva la notizia che il progetto "cronometro" è rinviato a data da destinarsi.

 

Ci dispiace sinceramente se con questa azione abbiamo fatto perdere l’onesto guadagno ad alcuni professionisti delle missioni oppure, ancora peggio, abbiamo pregiudicato le velleità carrieristiche di alcuni funzionari e dirigenti nostrani.

Purtroppo ciò rischiava di avvenire senza che ci fosse stato, ad alcun livello, il preventivo coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Infatti, nulla sapevamo circa i fini di tale operazione né tanto meno avevamo ricevuto garanzie sulla correttezza del suo svolgimento.

Al contrario intravedevano chiare avvisaglie che ci facevano temere un utilizzo dei dati per ottenere un ulteriore aumento dei carichi di lavoro. Era in altre parole la riedizione del metodo adottato dall’ex Direttore Papa nel tentativo di imporre il Kaizen (che per altro sempre a Piacenza aveva, e a questo punto pensiamo abbia ancora, ferventi estimatori).

Non potevamo accettare questa che, a tutti gli effetti, si configurava come una vera e propria provocazione proprio nel momento in cui viene annunciata una cospicua riduzione del Fondo di Ente per l’anno 2006 che, per effetto della Legge Finanziaria, passerà da 359,0 milioni di euro a 341,7 milioni, con una perdita secca di 17,3 milioni di euro che si faranno sentire nelle tasche dei lavoratori.