IL TERRITORIO COME TRATTO DISTINTIVO
Comunicato n. 07/17
Dopo il saluto della neo Direttore Generale, anche il nuovo Direttore Centrale Risorse Umane ha voluto incontrare le organizzazioni sindacali per esprimere, oltre al saluto di rito, le prime considerazioni sulle “politiche del personale” che caratterizzeranno il suo mandato. Al di là dell’apertura al dialogo con le rappresentanze dei lavoratori, impegno consueto dei primi giorni di incarico di tutti i capi del personale che si sono avvicendati, poi non sempre mantenuto, il nuovo capo del personale ha affermato che “il lavoro merita rispetto e riconoscimento dell’Istituto”, evidenziando in particolare la necessità di rivedere gli indicatori della produttività ed avviare un concreto piano di implementazione dell’organico, anticipando l’intenzione di adottare a breve una determina per nuove assunzioni, sulla quale si starebbe già lavorando.
I temi toccati hanno reso evidente l’esperienza maturata nel territorio, che per quanto ci riguarda è la principale nota positiva del nuovo mandato. Abbiamo espresso chiaramente al nuovo Direttore delle Risorse Umane tale valutazione apprezzando in particolare l’affermazione sul rispetto ed il riconoscimento da dare al lavoro che, per quanto ci riguarda, si traduce in primo luogo in una risposta concreta al mansionismo.
Non abbiamo nascosto tuttavia le nostre perplessità rispetto alle decisioni assunte sul nuovo assetto organizzativo, ed al metodo con cui si sta attuando, già espresse chiaramente al Presidente dell’Istituto, a partire dalla blanda opposizione alla svendita dell’attività di Vigilanza e al progressivo smantellamento del ruolo della previdenza pubblica e dell’INPS, a tutto favore della previdenza complementare dei fondi pensione privati. Infine, abbiamo chiesto con assoluta fermezza un totale cambio di direzione sulle relazioni sindacali, messe all’angolo ormai da troppo tempo.
Non potrà esserci alcuna apertura di dialogo se non rispristinando corrette relazioni sindacali, spazzando via la prassi degli accordi e dei contratti scritti a quattro mani nella stanza del capo del personale e del successivo teatrino delle convocazioni ufficiali, a cui la USB non ha mai voluto associarsi in passato né ha intenzione di farlo per il futuro.
In ultimo ma non meno rilevante, abbiamo chiesto un radicale cambio di direzione anche rispetto all’azione disciplinare, che non può essere utilizzata come strumento di “gestione del personale”, così come sta purtroppo avvenendo in questi ultimi mesi, con un’azione dell’ispettorato caratterizzata da campagne generalizzate, spesso senza alcun approfondimento e senza alcuna attenzione sulle ricadute nei confronti degli interessati. Molti gli argomenti solo citati per l’inevitabile contingentamento del tempo che richiedono un confronto ed una risposta nel più breve tempo possibile, dalla situazione relativa alle selezioni, alla stabilizzazione dei comandati, per affrontare i quali abbiamo chiesto di programmare incontri ravvicinati dedicando un giorno specifico della settimana.
Ci auguriamo che la richiesta di pacificazione e recupero della serenità, già affermata anche dalla neo Direttore Generale, richiamata anche dal nuovo capo del personale, non si traduca in una normalizzazione facendo prevalere invece come tratto distintivo del nuovo mandato l’attenzione verso il territorio e le sue difficoltà.