INVALIDITA' INCIVILE

Comunicato n. 04/11

Roma -

Evidentemente la figura barbina rimediata dai vertici dell’amministrazione nella foga di perseguire i cosiddetti falsi invalidi (quando sono stati richiamati ad una visita di revisione anche i soggetti affetti da sindrome di Down!) non è bastata. Con il successivo messaggio n. 31125 del 9.12.2010 il direttore generale è poi  corso ai ripari senza riuscirci, escludendo in realtà i soggetti affetti da sindrome di Down da qualsiasi visita di controllo. Ma il danno resta e la linea di tendenza pure. Che è quella di una continua ed ingiustificata esternalizzazione.

Tutto quello che è accaduto a ridosso delle vacanze di Natale non è un episodio isolato, ma solo la punta di un iceberg che in troppi si ostinano a non vedere.

La nostra circostanziata denuncia, in merito alla delicatezza ed alla complessità dell’intera materia, pubblicamente avanzata in occasione della videoconferenza del 10.05.2010 a Roma, non è stata volutamente presa in considerazione.

Le successive richieste formali completamente disattese (vedi comunicati Lazio 23 - 26 dello scorso anno), i nostri suggerimenti sistematicamente accantonati. 

Nel caos più totale, il direttore generale ha provato di recente a mettere ordine con il messaggio n. 2036 del 28.01.2011 inviato ai direttori regionali e inerente la acquisizione telematica dei verbali di invalidità civile.

In esso dapprima si rammenta che “la partecipazione dei medici INPS alle varie commissioni è prevista dalla legge” e poi sostanzialmente si comunica il rilascio di una nuova funzionalità della procedura chiamata “Gestione silenzio assenso” idonea a consentire (se mai sarà possibile) la gestione dei verbali scaduti.

C’è da chiedersi, comunque, perché oggi i vertici dell’amministrazione insistano pervicacemente nell’affidare l’acquisizione dei verbali all’esterno. La qual cosa, di fatto, allunga e non abbrevia certamente i tempi di lavorazione. Senza alcun rispetto inoltre per la privacy degli assistiti e spendendo incredibilmente di più. La proposta, più volte avanzata, di provare a risolvere il problema riguardante l’acquisizione dei certificati medici grazie ad appositi progetti finalizzati con una adesione su base volontaria del personale interno viene, ancora oggi, rigettata senza plausibile motivazione. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol  sentire. Nel Lazio c’è da registrare purtroppo l’ennesima anomalia. In barba infatti alle iniziative unitarie organizzate a livello nazionale, i responsabili regionali di CGIL e CISAL, completamente subalterni alle politiche clientelari e di facciata di CISL e UIL, provano a ritagliarsi uno spazio angusto che di volta in volta riempiono, se interpellate, alla bisogna. Un bel quartetto: il gatto, la volpe e le comparse. Ma i vertici regionali di queste OO.SS. prima di assumere decisioni del genere che peraltro li screditano oltre misura innanzi al personale hanno forse pensato di consultare la base? Hanno almeno ascoltato il parere dei loro iscritti?

Questi gli interrogativi sul tappeto che, molto probabilmente, rimarranno senza risposta. Tra chi fa esclusivamente i propri beceri interessi e chi poi si adegua. Coraggiosamente, nell’interesse sia del personale che dell’utenza, non è invece ancora troppo tardi per allestire, finalmente, corrette relazioni tra ASL ed INPS. Ma soprattutto per esigere ora la completa reinternalizzazione di questi servizi.

 

Coordinamento regionale USB INPS Lazio