INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI A RIFIUTARE "OPEN DAY", "ORARIO CONTINUATO" E "APERTURE STRAORDINARIE"

Comunicato n. 32/09

Nazionale -

 

Invece di chiedere con forza al governo maggiore personale per fronteggiare l’impennata di carico di lavoro relativo alla cassa integrazione ed alla disoccupazione, conseguenza di una crisi del capitalismo dalle dimensioni devastanti, l’INPS ha preferito siglare un accordo nazionale con CISL-UIL-CISAL per lo stanziamento di 48 milioni di euro (per la metà sottratti al Fondo di Ente) destinati a finanziare straordinari e turni principalmente per prolungare l’attività di sportello ed aprire le sedi di sabato, ossequiando ancora una volta il ministro Brunetta, che vorrebbe prolungare l’orario di lavoro dei dipendenti pubblici e tornare alla settimana lavorativa di sei giorni.

 

Per la verità alcune intese regionali portano anche la sigla della CGIL, come nel Lazio dove solo la RdB ha rifiutato un accordo che prevede al giovedì un orario continuato di sportello dalle 8.30 alle 17.00. Nel giorno di avvio della “sperimentazione”, alcuni responsabili di agenzia hanno elargito straordinario e turni a piene mani ai volontari per assicurarsi che l’operazione partisse senza contraccolpi.

 

Ma è davvero utile prolungare l’orario dello sportello, prevedendone l’apertura anche nella giornata di sabato? Evidentemente no, visto che è la stessa amministrazione ad evidenziare un ritardo nella liquidazione della disoccupazione e della cassa integrazione in nove regioni su venti, con un messaggio del direttore centrale prestazioni a sostegno del reddito. Prima ancora di analizzare i toni e l’opportunità del messaggio N.12620, ci interessa sottolineare l’incongruenza di un’amministrazione che distoglie personale dall’attività di liquidazione per prolungare l’orario di apertura degli sportelli, per poi lamentarsi del ritardo con cui vengono liquidate le prestazioni. Un’amministrazione che, evidentemente, al proprio interno non dialoga e non concorda una linea di intervento coerente, un’amministrazione che non si rende conto della grave carenza di organico che costringe i lavoratori a presidiare in poche unità interi uffici, un’amministrazione che dalle sale ovattate della direzione generale a Roma non si rende conto di cosa accade nel territorio.

 

Ma chi crede di essere questo direttore centrale che minaccia ispezioni, che invita i dirigenti a mettere alla frusta i lavoratori per il raggiungimento di obiettivi ad ogni costo? Può un direttore centrale annunciare interventi diretti su direttori provinciali, sub provinciali e di agenzia, ignorando ruolo e competenze dei direttori regionali? Come fa, questo direttore centrale, a non rendersi conto che un problema che riguardi almeno la metà delle regioni non può essere legato allo scarso rendimento o alla cattiva organizzazione territoriale, ma rappresenta un segnale evidente di problemi complessi e strutturali, legati in gran parte agli organici e probabilmente anche ad una migrazione di procedure che non sta dando i risultati sperati.

 

Perché questa amministrazione invece di mostrare inutilmente i muscoli non si mette seduta a ragionare ed a confrontarsi con “tutti” i sindacati? Noi certamente non accettiamo che i lavoratori diventino il capro espiatorio dell’incapacità di governo che l’amministrazione sta manifestando. Invitiamo tutti i lavoratori a rifiutare “open day”, “orario continuato”, “aperture straordinarie”, chiedendo che i 48 milioni di euro vadano ad incentivo e non sperperati in inutile ed improduttivo straordinario.