FALLIMENTO "OPEN DAY"

Comunicato n. 14/09

Roma -

 

Forse la consideravano una passeggiata. L’ennesimo accordo a perdere di routine, fatto alle spalle dei lavoratori. Per non rischiare oltre il dovuto l’avevano comunque studiata bene, offrendo finanche “volontari” alla controparte e cercando in qualche modo di far passare tutto sotto silenzio. Insomma, la solita luccicante e squallida vetrina insieme. Priva di senso, al fine di abbindolare l’utenza. Senza peraltro risolverle alcun problema.

Sta di fatto che i vertici regionali di CGIL, CISL, UIL e CISAL, sempre stolidamente  convinti che non si possa mai fare nulla e che l’"open day" così congegnato fosse alla fine il minore dei mali, nella fretta hanno “dimenticato” di parlarne ai lavoratori. Una inezia.

La risposta della base questa volta non si è fatta attendere spazzando via tutto e tutti e sconfessando senza appello l’operato confederale. I 12 documenti 12 che sono finora pervenuti dall’intera regione stanno lì a testimoniarlo. E a fare chiarezza.

 

Poiché tuttavia nel merito, accanto alla mancanza di informazione pulita e trasparente (in molte sedi non sono stati redatti neppure i verbali) esiste purtroppo una scientifica disinformazione, ribadiamo le note distintive di questo capolavoro datato 14 maggio: 

 

·        le risorse non sono affatto aggiuntive, ma vengono distratte dal Fondo di Ente;

·        non c’è alcuna oggettiva necessità di fare "open day", se non quella di fare vetrina;

·        il carattere della volontarietà viene considerato semplicemente un optional.

 

Il mirabile risultato complessivo ottenuto è di assoluta debolezza. A furia di inchinarsi a raccogliere supinamente sfide senza futuro, siamo ormai al tappeto. KO da tempo ma forse non tutti se ne sono accorti. O peggio. Mentre qualcuno particolarmente solerte si spinge fino al punto di precisare che “l’"open day" nel Lazio è in realtà obbligatorio”.

Sarà appena il caso di rammentare quanto prevede espressamente la normativa art. 25 comma 6 del CCNI 2002-2005: “Il ricorso allo straordinario deve essere contenuto ed autorizzato in base alle esigenze organizzative individuate preventivamente a seguito di una apposita sessione negoziale con la RSU e le OO.SS. territoriali”.

 

Nel caos generale e alla luce degli ultimi avvenimenti va comunque tenuta saldamente la barra e ci sembra perciò doveroso rilanciare la mobilitazione articolandola come segue:

 

·        tutela ferma e indiscussa anche di un solo lavoratore che si rifiuti di fare "open day" nei giovedì successivi (11-18-25 giugno), fino alla fine della sperimentazione; 

·        diffida preventiva da inviare a tappeto ai singoli direttori di sede;

·        eventuali ordini di servizio da considerarsi illegittimi in assenza del verbale.

 

Invitiamo nel contempo le altre OO.SS. a ritirare immediatamente la firma da questa sciagurata intesa. Non abbiamo più pazienza con chi disconosce l’esito delle assemblee.

 

 

Coordinamento Regionale RdB-BUB INPS Lazio