ISPETTORI DI VIGILANZA: CHIARIMENTI NECESSARI

Comunicato n.63/07

In allegato il volantino impaginato

Nazionale -

L’avvicinarsi delle elezioni RSU porta probabilmente qualcuno a tentare di intorbidire le acque della corretta informazione, attraverso vere e proprie azioni denigratorie.

Ecco allora circolare notizie false sui contenuti del nostro intervento in commissione vigilanza, costringendoci a tornare sull’argomento nel tentativo di chiarire, speriamo definitivamente, la nostra proposta di collocazione del personale dell’area della vigilanza, per altro già evidenziata nella piattaforma RdB per il contratto integrativo INPS del 2006 e quindi elaborata in tempi non sospetti, quando soltanto noi chiedevamo un diverso inquadramento per gli ispettori di vigilanza.

Prima di analizzare la nostra proposta di collocazione funzionale, riassumiamo quella che la direzione centrale vigilanza ha illustrato in commissione:


- Ingresso nell’area specialistica tramite concorso pubblico o dall’interno attraverso selezione –   collocazione per 6 mesi nella posizione di ispettore di vigilanza in formazione – limite di età 45 anni e possesso della laurea;


- Periodo di affiancamento/formazione con ispettori anziani, al termine del quale si è sottoposti a valutazione;


- Inserimento in I fascia con nomina ad ispettore di vigilanza e consegna del tesserino;


- Dopo un certo numero di anni di permanenza in I fascia gli ispettori di vigilanza transitano in II fascia, previa verifica del nucleo di valutazione.



E’ da qui che siamo partiti per sottolineare in commissione innanzitutto l’incongruenza della proposta dell’amministrazione rispetto al sistema di classificazione delle aree, nel quale sia la posizione d’ingresso che la I e II fascia non trovano riscontro. Nessun ulteriore riferimento risulta poi riguardo ai livelli stipendiali.


Abbiamo così proposto nuovamente quanto da noi previsto nella già citata piattaforma per il contratto integrativo 2006:


- Reclutamento dall’esterno di nuovi ispettori tramite concorso pubblico o dall’interno tramite selezione in posizione economica C3;


- Dopo periodo di formazione ed affiancamento passaggio alla posizione economica C4, che nella nostra proposta diventa quella di riferimento per la funzione di ispettore di vigilanza;


- Dopo un periodo di permanenza a C4 si prevede uno sviluppo economico a C5.


In prima applicazione, tutti gli attuali ispettori collocati in posizioni economiche inferiori a C4 andrebbero inseriti in questa posizione economica. Resterebbero a C5 ovviamente tutti gli ispettori già collocati in questa posizione economica.


Abbiamo anche auspicato nuove selezioni interne per ispettore di vigilanza, da bandire a livello economico C3, cercando di recuperare la posizione degli idonei alla vecchia graduatoria. Per quanto riguarda l’età massima degli aspiranti ispettori selezionati all’interno dell’Ente abbiamo chiesto di elevarla a 50/55 anni e di prevedere il possesso del diploma di scuola media superiore oltre alla laurea.


Il problema maggiore lo avranno i nuovi ispettori che saranno selezionati a C1 con concorso esterno, poiché sperimenteranno sulla propria pelle l’ingiustizia di una collocazione economica inadeguata che comporterà anni di mansionismo non riconosciuto e non retribuito.


Ovviamente i vari passaggi economici potranno essere regolati da verifiche della professionalità acquisita, come per altro prevede già l’amministrazione nella propria proposta.


Speriamo in tal modo di aver chiarito una volta per tutte la nostra posizione e di poter verificare su questi punti una convergenza dell’intera commissione, come ci era già sembrato di cogliere alla fine dell’ultimo incontro, quando si era svolto un colloquio informale tra i componenti della commissione stessa. Ma se i frutti avvelenati sono quelli messi in circolazione in queste settimane, eviteremo in futuro di farci coinvolgere in confronti informali, limitandoci a partecipare agli incontri ufficiali della commissione.



Per quanto riguarda le indennità, pur non essendo tema di tavolo tecnico, abbiamo rilevato come sia necessario cominciare a sgravare il fondo di ente da tali spese, individuando canali alternativi di finanziamento.


Abbiamo così proposto che l’amministrazione si attivi presso il governo per farsi riconoscere una quota delle maggiori entrate contributive a seguito di accertamento ispettivo. Ovviamente, in una logica solidaristica che non vogliamo abbandonare, abbiamo ipotizzato che una quota sia impiegata per riconoscere un adeguato trattamento economico agli ispettori di vigilanza ed un’altra per implementare le risorse del fondo di ente, senza tuttavia compromettere le aspettative dei colleghi ispettori.


Chiarito questo ulteriore aspetto ci piacerebbe che la discussione sull’attività di vigilanza non si esaurisse con gli argomenti economici, pur importanti, ma che questi fossero una conseguenza dell’attività svolta, regolata da una migliore organizzazione ed una più efficiente funzionalità.

 

Se è vero che soltanto il 30% dell’accertato da parte degli ispettori di vigilanza è poi effettivamente recuperato, non è il caso di partire da questo punto per adottare ogni correzione organizzativa che favorisca un pieno recupero dei contributi?Piuttosto che impegnare gli ispettori in attività non di rado inconcludenti, non è il caso di pianificare un lavoro che incida maggiormente sull’evasione?Ma questi sono argomenti sui quali torneremo per una riflessione più attenta.