LAZIO ALLO SBANDO

In allegato il comunicato n. 22/08

Roma -

 

La scorsa settimana la vertenza Lazio, lungi dall’essere risolta, ha provocato di fatto la spaccatura anche del tavolo nazionale. Una vertenza divenuta ormai squisitamente di carattere politico, della quale ricapitoliamo i recenti avvenimenti e le singole posizioni.

Il capo del personale dimostra, ancora una volta, di non essere in grado di dirimere la controversia. In pratica, non ha l’autorevolezza.

Il direttore generale continua a negarsi. Da tempo non partecipa alle riunioni con i  sindacati, qualunque sia l’ordine del giorno. Promette, ma non mantiene.

Altrettanto evanescente risulta la figura del presidente, che non svolge il suo ruolo istituzionale. In un frangente del genere poteva invece risultare utile.

E pure il “nuovo” addetto alle relazioni sindacali, visti gli ultimi accadimenti, sembra navigare in cattive acque. Tutti in attesa di un rimpasto ormai imminente.

Nel contempo i vertici regionali di CGIL e CISL continuano indefessi ad ascoltare proni lo zar, non volendo certo rinunciare al loro ruolo specifico. Quello di notevole spessore che si sono ritagliati su misura dal 12 maggio in poi: stampelle.

Attaccati al tavolo del potere col vinavil, spaventati dal navigare in mare aperto da soli (ma non bastano centinaia e centinaia di lavoratori???), con l’ago della bussola sempre puntato in via Borsi. Autorevoli esempi di autonomia mentale e lungimiranza politica.

Le convocazioni del direttore regionale sono adesso diventate 6 in 45 giorni (in pratica una alla settimana), compresi 3 tavoli tecnici.

Potrebbe tuttavia non bastare. E poiché bisogna essere certi che solo i fedeli servitori si presentino, l’ultima convocazione viene “incredibilmente” effettuata per venerdì 20 giugno. Una data che guarda caso da tempo anche UIL e CISAL avevano indicato come improponibile, perché impegnate nei rispettivi congressi. La stessa data in cui è stata indetta (e comunicata) 20 giorni fa dalla RdB la giornata nazionale di mobilitazione in difesa dei pubblici dipendenti. Insomma, una data ad hoc.

Resta ora da capire che cosa hanno combinato i tre venerdì alle spalle dei lavoratori. Un’ altra trattativa vera ?

Da ridere. Perché l’ inadeguatezza e l’ irresponsabilità dei “responsabili” regna sovrana.

Di tale inadeguatezza tutti, o quasi, si sono ormai resi conto. Emblematici al riguardo i risultati del sondaggio che abbiamo lanciato circa un mese fa nel Lazio sulla rottura dell’unità sindacale e che ha registrato significative adesioni (cfr. documento allegato).

Ma per evitare spiacevoli sorprese in particolare per quanto riguarda i poli specialistici e l’invalidità civile, occorre vigilare. Durante l’estate potrebbe accadere di tutto.

 

 

Coordinamento Regionale

   RdB-CUB INPS Lazio