LE FASCE DI MERITO DELLA RIFORMA BRUNETTA, SE LE CONOSCI LE EVITI

Comunicato n. 56/09

Nazionale -

 

Quali saranno gli effetti pratici che le famose tre fasce di merito, contenute nella Riforma Brunetta, determineranno sugli incentivi a partire verosimilmente dal 2010?

 

La norma dice che al 25% del personale debba andare il 50% di tutte le risorse del salario incentivante, al 50% il restante 50%, mentre neanche un euro deve essere riconosciuto a quel 25% di personale che si colloca nella fascia bassa.

 

Messa così si capisce subito che ci sarà un 25% di lavoratori che raddoppierà l’incentivo rispetto all’anno precedente, arrivando a percepire in media oltre 13.000 euro annui, un 50% che percepirà gli stessi importi ed in ultimo un 25% che non percepirà nulla, vedendosi cancellare, per esempio all’INPS, circa 6.000 euro annui di incentivazione, che rappresenta attualmente l’importo medio di incentivazione individuale.

 

La norma lascia dei margini di trattativa per la seconda e terza fascia, prevedendo la possibilità di modulare in modo diverso le percentuali sia di personale che di risorse economiche. E’ tassativa invece sulla fascia di merito alta, per la quale prevede uno scostamento del 5% in più o in meno solo relativamente al personale da inserire nella fascia, mentre è inderogabile la destinazione a questa fascia del 50% del totale delle risorse da destinare ad incentivo.

 

Cosa potrebbe succedere, allora, volendo applicare la norma in modo da accontentare il maggior numero di lavoratori? Ipotizziamo che rientri nella fascia di merito alta il 30% di personale, che è la percentuale massima consentita, a cui andrà il 50% dell’intero incentivo. Questi lavoratori percepiranno il 70% in più di incentivo rispetto all’anno precedente, per un totale medio individuale di circa 11.000 euro annui.

 

Proviamo ad immaginare adesso che nella fascia di merito bassa finisca solo l’1% di personale, che non percepirebbe nulla, mentre il restante 69% verrebbe collocato nella fascia media, a cui sarebbe assegnato l’altro 50% di risorse da destinare ad incentivo. Dalle sole percentuali si capisce che dare al 69% di lavoratori il 50% di risorse equivale a fargli prendere meno incentivo dell’anno precedente, con una perdita individuale media annua pari a circa 1.800 euro.

 

Ricapitolando, anche nell’ipotesi più favorevole, ci sarebbe la maggior parte del personale che dall’applicazione delle fasce di merito riceverebbe un danno economico più o meno cospicuo a seconda della modulazione delle stesse fasce, mentre solo una minoranza ci andrebbe a guadagnare.

 

E’ facile immaginare la guerra che si scatenerebbe nei posti di lavoro per cercare di essere collocati nella fascia alta, che è l’unica che garantisce di avere un guadagno da questa furia restauratrice falsamente meritocratica.

 

DICIAMO NO OGGI, PRIMA CHE SI AVVII L’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA, E FACCIAMOLO SCIOPERANDO TUTTI IN MODO UNITARIO E COMPATTO IL 23 OTTOBRE. NON CI SONO ALTRI SCIOPERI IN VISTA, NON CI SONO ALTRE PROTESTE CONCRETE CONTRO LA RIFORMA BRUNETTA. PENSIAMOCI…