LE "PERFORMANCE" BRUNETTIANE & IL MESSAGGIO 12620
La nuova parola chiave della pubblica amministrazione italiana è “performance”: tutti saremo chiamati a competere e gareggiare, ma soprattutto a primeggiare.
Nessuna pietà per gli ultimi, anche se hanno svolto onestamente il loro lavoro, perché saranno chiamati a pagare la colpa di non essere riusciti a raggiungere gli “obiettivi”.
Obiettivi che non terranno conto delle carenze di organico, che non terranno conto del malfunzionamento dei programmi, che non terranno conto dei limiti di quanto è umanamente possibile, come liquidare improrogabilmente entro 30 giorni a prescindere da qualsiasi legittimo impedimento.
Di nulla si terrà conto se non delle “performance” e del raggiungimento degli “obiettivi”.
E’ illuminante in questo senso il messaggio n° 012620 di ieri 3 giugno 2009, che invitiamo tutti a leggere: nessuna pietà per chi ha lavorato duro, nessuna parola sulla scarsità di addetti, neanche una considerazione sulle procedure informatiche sempre più complicate, lente e a singhiozzo.
Niente di tutto questo, ma solo l’ordine di raggiungere comunque gli “obiettivi” e la minaccia di ispezioni nei confronti delle sedi “colpevoli”.
Non ci vuole molto a prevedere il seguito: direttori che strigliano i responsabili, responsabili che se la prendono con i colleghi e l’incentivo (quello che ne resta) che va in fumo per tutti.
Il tribunale ha deciso: i colpevoli come al solito sono i fannulloni della pubblica amministrazione.
Nel frattempo chi vieta le assunzioni di nuovo personale si trastulla con veline di età variabile, e chi ha prodotto le procedure informatiche si gode le sue laute parcelle.
Ma è tutto perfettamente in linea con il decreto brunettiano sulla pubblica amministrazione, che al momento è in iter di approvazione in parlamento, e che, va ricordato, discende direttamente della legge 133 del 2008 e del Memorandum sul pubblico impiego firmato da CGIL-CISL-UIL e autonomi.
Infatti, uno dei criteri che introduce è quello di premiare solo i “meritevoli”, ma partendo dal perverso presupposto che vengono stabilite in anticipo le percentuali di “meritevoli” e “non”.
Un minuto di raccoglimento in memoria del buon vecchio cottimo: almeno il lavoratore sapeva in anticipo “quanto” avrebbe dovuto produrre per essere in regola.
Vediamo nel dettaglio i contenuti del decreto:
Solo il 25% dei dipendenti sarà meritevole di ricevere il 100% degli incentivi e avrà la precedenza negli avanzamenti verticali di carriera; il 50% riceverà gli incentivi dimezzati; mentre il rimanente 25% non avrà nessun incentivo, verrà penalizzato nelle progressioni economiche e, come se non bastasse, la collocazione per 3 anni consecutivi nella fascia bassa rappresenterà “attestazione di insufficiente rendimento” con conseguente rischio di licenziamento disciplinare per demerito.
Secondo il ministro Sacconi (degno collega di Brunetta) questo sistema in un futuro prossimo dovrà arrivare ad interessare fino al 40% dello stipendio.
Ai dirigenti sarà assegnato l’obbligo di selezionare e valutare il dipendente pena la perdita a loro volta degli incentivi.
Verranno introdotti anche altre voci stipendiali (“Bonus eccellenza”, “premio innovazione”, “premio efficienza”, “progressioni economiche”, “avanzamento di carriera”, “attribuzione incarichi”) che è anche troppo facile individuare come leve di potere che finiranno per dividere e umiliare i lavoratori.
I contratti di lavoro avranno durata triennale grazie agli accordi Governo-Confindustria-UGL-CISL-UIL.
I sindacati verranno esautorati della loro funzione di difesa dei diritti dei lavoratori mediante trattative sindacali perché verranno semplicemente “informati”, e sono previste norme per rendere la vita sempre più difficile alle Organizzazioni Sindacali che si discosteranno da questa linea.
La contrattazione decentrata potrà avvenire tra più amministrazioni o in ambiti territoriali specifici dando così la possibilità di differenziare ancora di più gli stipendi fra chi fa lo stesso lavoro. Un mansionismo elevato a potenza.
Verrà introdotto il licenziamento disciplinare per:
alterazione dei sistemi di rilevazione della presenza;
assenza ingiustificata per più di 3 giorni nel biennio;
rifiuto al trasferimento disposto dall’amministrazione;
reiterazione, al lavoro, di gravi condotte aggressive o moleste o minacciose ingiuriose;
valutazione di insufficiente rendimento in un arco temporale non inferiore al biennio
Ci sarà la reclusione da 1 anno a 5 anni e una multa da 400 a 1600 € in caso di falsa attestazione di presenza in servizio / assenza giustificata con certificato medico falso / falsa attestazione di malattia. La medesima pena si applicherà al medico e a chi concorrerà nella commissione del delitto.
Le fasce di reperibilità in caso di malattia continueranno ad essere 8.00-13.00 e 14.00-20.00 di tutti i giorni compresi i non lavorativi e i festivi.
NESSUNO SI SENTA IN SALVO
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