Lettera aperta Al Coordinatore generale FLP INPS Tonino Alberin
Al Coordinatore generale FLP INPS Tonino Alberini
Lettera aperta
Caro Alberini,
non passa giorno che tu non offenda la USB giudicandola una volta troppo accomodante con l’amministrazione e un’altra intenta a rappresentare la protesta piuttosto che a praticarla. Da qui la tua accusa ai delegati e ai militanti della USB di essere degli “scenografi”. Ai più potrebbe apparire strano che il tuo nemico principale sia proprio il sindacato di base dell’INPS, dichiaratamente conflittuale e alternativo a CGIL-CISL-UIL, piuttosto che quelle organizzazioni sindacali clientelari e complici di un sistema di potere che da anni USB cerca di cambiare.
E’ probabile che ai più sfugga la tua precedente militanza nella UIL, dove hai rivestito per lungo tempo importanti incarichi a livello regionale nel Lazio e a livello nazionale, spesso presente ai tavoli sindacali dove quel sindacato ha firmato negli anni discutibili accordi e contratti integrativi, come quello del 2006 dove si assegnavano ulteriori 50 euro d’indennità ai titolari di posizione organizzativa C4/C5, inventando la figura dell’integratore di processo, mentre noi reclamavamo riconoscimenti economici per il personale dei livelli economici più in sofferenza. Oppure ancora la firma del contratto integrativo 2010, siglato dalle sole CISL e UIL, che ha di fatto permesso l’applicazione della Riforma Brunetta all’INPS, dopo mesi di battaglie comuni contro la presidenza Mastrapasqua portate avanti anche dal sindacato in cui militavi e che ad un certo punto ha voltato le spalle alla lotta unitaria. Forse l’astio che provi verso USB deriva dai risultati ottenuti dal sindacato di base dell’INPS nel Lazio, dove eri il plenipotenziario della UIL e dove la USB è risultata primo sindacato per rappresentatività, nel calcolo degli iscritti e dei voti RSU. Non dimentichiamo, infine, che, da responsabile UIL del Lazio, insieme a CGIL e CISL chiedevi il tavolo separato dalla USB. Sta di fatto che una volta andato in pensione ed aver cambiato sindacato l’ostilità nei confronti della USB non deve esserti passata.
Nella tua narrativa la FLP è il sindacato di lotta e la USB è il sindacato accomodante. Come mai allora la USB è rimasta per ben due anni fuori dai tavoli sindacali dell’INPS per non aver firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro del 12 febbraio 2018 mentre la FLP il 21 settembre del 2018 è corsa a firmare quel contratto che tanto aveva criticato? Perché all’INPS nel periodo febbraio-settembre 2018 è stata soltanto la USB a presentarsi ogni volta al tavolo della trattativa per denunciare la norma antidemocratica del contratto che la escludeva dal confronto, mentre la FLP non ha organizzato la men che minima protesta? E’ facile praticare il conflitto a parole, sui volantini o nelle aule giudiziarie, dando ragione a tutti pur di carpire consensi, stando però bene attenti a non inimicarsi i vertici dell’Istituto e la dirigenza tutta.
Veniamo al merito delle richieste che hai avanzato nei giorni scorsi e che, a tuo dire, fanno della FLP un sindacato di lotta. USB ha ripetutamente chiesto l’emanazione di procedure destinate ai lavoratori A1-A2-B1-B2 per favorire con la contrattazione integrativa la collocazione di tutto il personale delle Aree A e B almeno ai livelli apicali della loro area, nelle posizioni economiche A3 e B3. Non è certamente questa la soluzione al problema del mansionismo, che potrà essere risolto definitivamente solo con un nuovo sistema di classificazione, ma almeno quello che può essere fatto con la contrattazione integrativa va fatto. Visto l’approssimarsi della fine dell’anno e l’intenzione di ottenere passaggi di livello con decorrenza 1° gennaio 2020, USB ha sollecitato l’amministrazione a bandire progressioni economiche per soli titoli destinate al personale delle Aree A e B, chiarendo la necessità di riaprire al più presto, a questo punto con la contrattazione integrativa 2021, le progressioni economiche anche in Area C attraverso procedure selettive. Mentre siamo impegnati ad ottenere questo risultato per le colleghe e i colleghi maggiormente in sofferenza tu cosa fai? Proponi di aprire le selezioni per titoli anche all’Area C. Non ti sembra una scelta demagogica che rischia di ostacolare i passaggi economici delle lavoratrici e dei lavoratori mansionisti delle Aree A e B che dici di voler difendere? Perché continui ad illudere gli idonei delle vecchie graduatorie a C1 e C4 con improbabili ricorsi il cui esito in Cassazione è pressoché scontato?
USB ha chiesto da tempo il riconoscimento di uno specifico compenso mensile rispettivamente di 60 e 65 euro per tutto il personale delle Aree A e B, quale riconoscimento del maggior impegno profuso rispetto all’inquadramento nell’attuale sistema di classificazione. Una sorta d’indennità di mansionismo riassorbibile in caso di passaggio in Area C. Anche questa non è una misura che risolve il mansionismo ma è quanto è possibile fare di concreto con la contrattazione integrativa. Nella riunione del tavolo sindacale del 4 dicembre tu hai rilanciato chiedendo 1.020 euro all’anno sia per gli A che per i B, corrispondenti a 85 euro al mese. A prima vista si potrebbe convenire su tale proposta, anzi, addirittura si potrebbe rilanciare ulteriormente in quanto la differenza dello stipendio tabellare tra un A1 e un C1 è notevolmente maggiore. Tuttavia, occorre evitare che un compenso aggiuntivo porti un livello inferiore a guadagnare di più di un livello economico superiore. Facciamo esempi concreti. La differenza stipendiale mensile tra un A3 e un B1 è di 30,83 euro, mentre quella di un B3 rispetto ad un C1 è di 58,99 euro. Già la proposta della USB è superiore alle differenze stipendiali tra il livello apicale di un’area e quello iniziale dell’area superiore ma si è cercato di stabilire un importo medio che rispettasse i valori stipendiali, perché volere di più rischiando di non ottenere nulla solo per dimostrare che si è più avanti rispetto alla USB?
Chiedi l’aumento delle indennità sapendo che poi è il Fondo a doverle finanziare, cioè quel salvadanaio in cui tutti mettiamo i soldini ma dal quale non tutti riprendiamo le risorse economiche in ugual misura. Chi non ha una posizione organizzativa, chi non è indennizzato, chi non ha un passaggio economico, prende indietro molto meno degli altri e ad essere maggiormente penalizzati sono proprio quei lavoratori delle Aree A e B che dici di difendere. Ma come ti viene in mente di chiedere un aumento delle indennità in una simile situazione, con un Fondo ancora vincolato da un tetto di spesa?
Proponi di portare il TEP sulla “prima voce” e qui francamente il tuo pensiero è da interpretare, perché da un esperto sindacalista quale sei mi aspetterei espressioni più attinenti ai contenuti contrattuali. Forse la tua proposta è di portare il TEP nello stipendio tabellare, che è la “prima voce” della retribuzione. Magari, rispondo io, anzi, a dirla tutta, ti sfugge che la USB chiede da anni la stabilizzazione del salario accessorio e la trasformazione dell’incentivo in retribuzione certa e stabile, perché in buona parte il Fondo di ente è costituito da risorse economiche che all’atto del rinnovo dei contratti invece d’incrementare la retribuzione tabellare di ciascun lavoratore sono state versate nei Fondi. Come vedi, non sei per nulla originale ma stai copiando quello che la USB sostiene da anni e che per anni hai osteggiato da sindacalista UIL. Oggi però la situazione è fortemente compromessa, perché i ministeri vigilanti vogliono legare sempre di più il TEP agli obiettivi di produzione e di qualità, chiedendo all’INPS d’introdurre schede di valutazione individuali che peseranno sulla distribuzione del salario accessorio e saranno elemento di divisione del personale, determinando una maggiore diversificazione delle retribuzioni. Bisogna fermare l’introduzione delle pagelline e su questo qual è la posizione della FLP? Noi abbiamo convocato per il 10 dicembre un presidio davanti alla direzione generale dell’INPS in contemporanea con l’incontro sindacale: anche questa iniziativa sarà bollata dalla FLP come “scenografica”? E allora qual è la tua idea di conflitto sindacale, quella di affidare i contenziosi esclusivamente ai tribunali e agli studi legali?
Infine, affermi di essere l’unico ad aver chiesto la sospensione del Reassessment. Non è vero e lo sai benissimo. Tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo nazionale hanno chiesto di sospendere l’avvio della sperimentazione del Reassessment, solo la USB è andata oltre ed ha espresso un giudizio nettamente contrario al Reassessment ribadendo per l’ennesima volta la proposta di tornare ad un’organizzazione del lavoro che recuperi l’esperienza dei processi avviata vent’anni fa e cancellata dalla Riforma Mastrapasqua del 2010. Tornare ai processi garantisce una maggiore copertura delle singole attività ed un servizio d’informazione altamente qualificato, favorisce la crescita professionale del personale e il riconoscimento delle competenze acquisite rendendo più dinamico il meccanismo delle progressioni economiche.
A conclusione di questa lunga lettera, che sicuramente qualcuno mi avrebbe sconsigliato di scrivere e che a molti sarà apparsa noiosa, derubricata a beghe tra sigle sindacali, mentre a me e alla USB preme solo far prevalere la verità, senza alcuna acrimonia ti scrivo che se ritieni utile continuare ad offenderci fallo pure, se pensi con questo di conquistare facili consensi accomodati, in fondo in questi tempi caratterizzati da egoismo, disonestà, prepotenza, quelli fuori posto siamo noi della USB, che continuiamo caparbiamente a credere che si possa e si debba costruire una società e un mondo del lavoro dove prevalga l’interesse collettivo, l’uguaglianza delle opportunità e dei diritti, la solidarietà verso i più deboli e chi è più in difficoltà. Siamo convinti di non essere soli, forse in molti hanno solo perso fiducia in sé stessi e nella possibilità di un concreto cambiamento, ma noi lavoriamo ogni giorno per restituire ai lavoratori la consapevolezza della loro forza.
Saluti.
Roma, 9 dicembre 2020 p. USB Pubblico Impiego INPS
Luigi Romagnoli