LINEE GUIDA LAVORO A DISTANZA: ANCORA FUMATA GRIGIA.

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(84/22)   Alla terza riunione, l’Amministrazione continua a fare orecchie da mercante sul buono pasto in smart-working, fingendo di dimenticare il recente passato e i grandi risultati ottenuti dai lavoratori. Ci pare particolarmente cinico giocare al ribasso e non riconoscere il buono pasto, contando comunque sull’adesione dei lavoratori.

USB ha suggerito una possibile soluzione, tecnica per l’erogazione del buono pasto. Basterebbe prevedere due tipologie di fascia a scelta del lavoratore di reperibilità: una limitata a due ore senza erogazione del buono e l’altra di sei ore e un minuto (articolate tra mattino e pomeriggio), con erogazione del buono.

Ricordiamo all’Amministrazione che i lavoratori INPS, altamente professionalizzati e responsabili, hanno ben chiaro che le fasce di contattabilità sono quelle in cui si può essere contattati dal dirigente o dai colleghi e che non esauriscono l’orario di lavoro, che può essere completato quando si ritiene più opportuno.

USB propone che il lavoratore, nel contratto individuale redatto tramite la procedura AULA, dichiari solamente il numero di giorni mensili in cui effettuare la prestazione lavorativa in smart working, lasciando la precisa programmazione al confronto con il dirigente sulla base delle esigenze di servizio e personali che possono mutare di settimana in settimana.

I punti due tre e quattro del capitolo relativo ai luoghi di lavoro sono il frutto di un maldestro copia e incolla di un documento presumibilmente riferito al co-working. Si parla infatti di prenotazione della scrivania per i giorni di servizio in presenza. Addirittura, demenziale il riferimento ad un ambiente che favorisca la creatività. Ribadiamo per l’ennesima volta la richiesta di eliminare i suddetti punti due tre e quattro.

A margine della riunione, è stato precisato dall’Amministrazione che per i lavoratori fragili il lavoro agile, cinque giorni su cinque, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2022.