MILANO, L'INPS SI TRASFERISCE NEI MUNICIPI. DECENTRAMENTO O SMANTELLAMENTO?

Cominicato n. 44/17

Nazionale -

Lo scorso 15 giugno è stato sottoscritto un protocollo tra il Comune di Milano, rappresentato dal sindaco Giuseppe Sala e l’INPS, presente al suo massimo livello con il presidente Tito Boeri, che si può dire giocasse in casa visto che è nato e risiede nel capoluogo lombardo.

Il protocollo impegna le due amministrazioni ad avviare una comune sperimentazione attraverso l’apertura di punti di consulenza integrati presso i Municipi di Milano.

Si chiude l’Agenzia di Via Pola, che serve il più ampio bacino di utenza della città, si chiuderanno probabilmente altre agenzie cittadine e in cambio si pensa di assicurare il servizio attraverso gli uffici che si apriranno nei Municipi, per di più con l’impiego di mediatori linguistici pescati negli Istituti universitari. I punti cliente sono stati già attuati in passato con esiti spesso negativi.

Analoghe soluzioni si stanno sperimentando in altre regioni, come per esempio in Sicilia, con l’azzeramento delle sedi in affitto e l’apertura di sportelli presso gli uffici comunali.

Il presidente dell’INPS alla cerimonia della firma del protocollo con il Comune di Milano ha dichiarato che in questo modo l’Istituto aumenta la propria presenza nel territorio, a noi sembra invece un’operazione dettata da esigenze di risparmio di spesa che finisce con indebolire la tenuta funzionale dell’INPS. Dove si troveranno le professionalità per assicurare servizi di qualità in modo così capillare? Il dover assicurare una consulenza diffusa non interferirà forse con l’attività di produzione? A nostro parere sì, mettendo a rischio l’incentivo dei lavoratori.

La ricetta dovrebbe essere un’altra: irrobustire le strutture attuali ed attribuirne la direzione ai dirigenti, recuperando capacità decisionale e di spesa, avviare al più presto una formazione diffusa che interpreti le reali esigenze, ottenere un nutrito pacchetto di assunzioni.

 

NON UNA SEDE IN MENO