USB INCONTRA LO STAFF DEL MINISTRO BONGIORNO. NO AL DASPO SINDACALE NEL PUBBLICO IMPIEGO
Nel corso del presidio organizzato ieri pomeriggio, 3 ottobre, davanti al Ministero per la Pubblica Amministrazione, una delegazione della USB Pubblico Impiego ha incontrato il Capo di Gabinetto dott. Sergio Ferdinandi, il Vice Capo di Gabinetto dott. Francesco Rana e il Capo Dipartimento della Funzione Pubblica dott.ssa Maria Barilà.
USB ha chiesto un intervento legislativo di modifica del D. Lgs. 165/2001 per neutralizzare la norma inserita nei contratti del pubblico impiego che prevede che partecipino alla contrattazione integrativa aziendale solo le organizzazioni sindacali che firmano il contratto collettivo nazionale di lavoro. Un vero “daspo” sindacale per chi, come la USB, ha deciso di non firmare il contratto sulla base delle valutazioni di merito. USB ha proposto che il Testo Unico del pubblico impiego non si limiti a rinviare ai contratti l’individuazione dei soggetti titolari della contrattazione integrativa, ma stabilisca che partecipano alla contrattazione collettiva nazionale ed a quella integrativa le organizzazioni sindacali rappresentative, senza ulteriori vincoli, salvaguardando ovviamente sul piano territoriale il ruolo delle RSU.
USB ha inoltre chiesto la revisione della composizione dei comparti di contrattazione, evidenziando come la loro drastica riduzione invece di rappresentare un elemento di semplificazione dei problemi ha contribuito ad alimentarli. E’ evidente il pasticcio attuato nel comparto Istruzione, che ha riunito Scuola, Università e Ricerca, tanto che la stessa Aran pensa a tre distinte commissioni per affrontare il tema della revisione dei sistemi di classificazione. Analoga situazione nel comparto Funzioni Centrali, dove coesistono realtà molto diversificate sul piano organizzativo e retributivo come Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici Non Economici, per le quali risulta difficile individuare una soluzione comune per quanto riguarda gli inquadramenti del personale.
Affrontare e risolvere le questioni poste in precedenza è propedeutico all’apertura del rinnovo dei contratti, terzo argomento affrontato nell’incontro. USB ha chiesto un segnale di discontinuità con il passato, attraverso l’avvio della contrattazione già nel primo anno di vigenza dei nuovi contratti, evitando rinvii che avrebbero il sapore di un negativo déjà vu.
La delegazione del Ministero ha mostrato grande interesse per le questioni poste, condividendo in via generale il richiamo alla democrazia e al pluralismo sindacale. Anche sulla composizione dei comparti è stata colta una disponibilità quantomeno ad approfondire il tema e ad effettuare parziali interventi che tuttavia non comportino il ripristino dei precedenti undici comparti. Sul tema del rinnovo dei contratti, invece, lo staff del Ministro Bongiorno è rimasto piuttosto abbottonato, in attesa di conoscere i dettagli della manovra economica per il 2019. Gli stessi esponenti del Ministero per la Pubblica Amministrazione non hanno potuto tuttavia negare che per mantenere attivo l’elemento perequativo, riconosciuto dai contratti alla prima e seconda area (A/B), occorra uno specifico finanziamento nella Legge di Stabilità, a riprova che quanto affermato dalla USB in questi mesi risponde al vero: l’elemento perequativo è un compenso che scade il 31 dicembre 2018 e, per continuare ad essere erogato nel 2019, necessita di nuovi finanziamenti. E’ auspicabile che il Governo trovi le risorse non solo per questo “salario grigio” ma anche per un vero rinnovo contrattuale. Questo rappresenterebbe sicuramente un forte segnale di discontinuità con il passato, necessario ad un reale rilancio del settore pubblico.
Rilancio che la USB PI richiederà con forza anche nella manifestazione del 20 ottobre per la nazionalizzazione dei settori strategici, sostenendo la necessità dell’avvio di un processo di reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori addetti e un piano di 600.000 nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione.
Quella sarà l’occasione per valutare a caldo la manovra economica che sarà varata entro la metà di ottobre e per verificare le intenzioni del Governo sul rinnovo dei contratti.