AZIONI DI DOSSIERAGGIO ALL'INPS

Comunicato n. 97/18

Nazionale -

Il tagliatore di teste è tornato in azione. Questa volta la sua missione non è indurre dirigenti generali disabili al pensionamento “spintaneo” ma costruire dossier su alcuni dirigenti di prima fascia mettendo in dubbio la regolarità del loro curriculum professionale.

Ci risulta che ci si faccia scudo della richiesta di chiarezza della USB sul caso Infante e, più in generale, sull’intero corpo dirigente dell’Istituto, per scopi che nulla hanno a vedere con la trasparenza e con la ricerca di legalità. Diffidiamo chiunque dall’utilizzare le richieste e le iniziative della USB per vendette tra dirigenti. Non ci stiamo ad essere strumentalizzati da chi si aggrappa agli ultimi sussulti della gestione Boeri temendo l’apertura di una nuova fase per l’Istituto, dal nostro punto di vista difficilmente peggiore di quella che abbiamo attraversato con il professore della Bocconi.

Lo scorso 13 novembre avevamo annunciato che avremmo chiesto al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro ed al Ministro per la Pubblica Amministrazione una commissione di valutazione dei titoli della dirigenza INPS. Ci siamo fermati, per il momento, proprio perché non vogliamo che la nostra iniziativa sia utilizzata in modo improprio all’interno dell’Istituto. Una cosa tuttavia è certa: non occorre attendere commissioni o giudici per definire una volta per tutte la questione che riguarda la legittimità della dott.ssa Alessandra Infante ad essere dirigente dell’INPS. Ci risulta che le carte siano chiare ma nessuno vuole assumersi la responsabilità di agire. E questo tergiversare fa male alla credibilità dell’Istituto e indebolisce la sua dirigenza. Non vorremmo che in tale contesto il tagliatore di teste stia cercando di costruire le condizioni per rispolverare il vecchio teorema secondo cui siccome sono tutti colpevoli nessuno è colpevole, riuscendo a salvare la signora venuta dal MEF come dirigente e che, a quanto ci risulta, sembra vantare la protezione dei piani alti dell’INPS.

Nel frattempo si continuano a licenziare i poveri cristi, quelli ai quali non si fanno sconti e dei quali non ci si preoccupa se poi finiscono in mezzo ad una strada, come accaduto nei giorni scorsi ad un collega di Roma Monteverde. Se sei dirigente, all’INPS qualcuno che ti salvi lo trovi sempre, mentre se sei un semplice funzionario diventi il capro espiatorio per dimostrare che l’Istituto segue la legalità. No, non sono bei segnali questi e la classe dirigente dell’INPS dovrebbe avere un sussulto d’orgoglio e di dignità. I dirigenti bravi ed onesti, che sono la stragrande maggioranza, dovrebbero essere i primi a chiedere inflessibilità verso la loro classe, perché l’esempio deve venire sempre dall’alto, altrimenti è la solita tirannia contrabbandata per democrazia.