ANNO NUOVO PROBLEMI VECCHI
Comunicato n. 01/19
In allegato la lettera inviata all’Amministrazione il 18 ottobre 2018 con le proposte USB per il Contratto integrativo INPS 2018.
In questi primi giorni del 2019 proviamo a riproporre temi che faticano a trovare attenzione e soluzione al tavolo del confronto, dal quale continua ad essere esclusa la USB. Il 2018 si è concluso senza che le forze sindacali presenti al tavolo siano state in grado di definire il Contratto integrativo, l’accordo più importante per i lavoratori dell’Istituto.
Le iniziative della USB hanno fin qui ottenuto l’impegno del Direttore generale a ripristinare il valore intero del TEP a partire dal 1° gennaio 2018 a quanti è stato riassorbito a seguito dei passaggi economici.
Tuttavia ci sono molte altre questioni aperte. CGIL-CISL-UIL il 7 dicembre scorso pubblicavano un volantino con 10 punti irrinunciabili da inserire nel Contratto integrativo, alcuni dei quali comuni alla piattaforma della USB:
- Aumento generalizzato dell’importo mensile del TEP;
- Passaggi economici per i colleghi A2 e B2.
Peccato che quando si è trattato di tradurre in concreto i contenuti del volantino la realtà ha preso strade diverse dalle solenni dichiarazioni. Ai colleghi A2 e B2 è stato impedito di partecipare alle selezioni di dicembre e solo la USB si è fatta promotrice di un ricorso i cui esiti si conosceranno nei prossimi giorni.
Su altre questioni le posizioni tra USB e gli altri sindacati sono distanti. Mentre CGIL-CISL-UIL e i fintamente autonomi cercano di aumentare il numero delle indennità e delle posizioni organizzative, togliendo ulteriori risorse per primi ai livelli bassi che dicono di voler tutelare, la USB propone di rimettere in discussione l’intero sistema indennitario, evitando di caricare sul Fondo della produttività i costi dell’organizzazione del lavoro dell’Istituto. Se non si parte da qui non si va da nessuna parte.
Nei 10 punti di CGIL-CISL-UIL non c’è traccia di un indennizzo economico da riconoscere a tutti i lavoratori delle Aree A e B fino al loro passaggio in Area C, come proposto dalla USB per ripagare, almeno economicamente, chi svolge mansioni superiori. E’ qui la differenza tra chi guarda innanzitutto a chi sta maggiormente in sofferenza e chi invece ragiona secondo logiche clientelari solleticando le aspettative personali di chi è collocato in Area C.