CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA: SI RIPARTE MA…COL PIEDE SUL FRENO

Comunicato n.25/06

Roma -

Nella riunione del 23 maggio scorso l’Amministrazione ha comunicato di aver sospeso tutti i programmati incontri interregionali sul Tempo reale, aderendo alla richiesta avanzata unitariamente dalle organizzazioni sindacali nazionali.
Ci sembra di cogliere in questa decisione un primo segnale di attenzione, dopo che per troppo tempo l’Amministrazione ha assunto scelte unilaterali ignorando il necessario confronto sindacale.
In questa inversione di tendenza riteniamo non secondaria la funzione svolta dalla RdB, che in questi mesi ha ribattuto colpo su colpo all’arroganza dell’Amministrazione, arrivando a presentare due ricorsi per comportamento antisindacale.
La protesta contro l’applicazione del Tempo reale in ogni caso proseguirà, non solo fino all’approvazione dell’accordo del 22/12/2005 (13 mln di euro), ma finché non sarà individuato un Fondo per il 2006 in grado di garantire una "reale" crescita del salario.
Dopo questa premessa, veniamo ai contenuti dell’incontro di martedì. Ci è stato presentato un documento con le linee guida per il Contratto integrativo del 2006.
Nel nostro intervento, pur dando atto all’Amministrazione di aver fornito una concreta bozza su cui discutere, abbiamo espresso un giudizio sostanzialmente negativo sui contenuti della proposta per le motivazioni che riportiamo di seguito.
- Mancanza di conoscenza delle somme residue del Fondo 2005, utili alla definizione delle code contrattuali.
- Insufficienza delle risorse per il Fondo 2006, pari a 341,7 mln di euro, a fronte dei 359,09 mln stanziati nel 2005, con una perdita secca di ben 17,4 mln. E’ uno dei frutti avvelenati della Finanziaria 2006, che prevedeva che i Fondi di Ente 2006 fossero uguali a quelli del 2004, aumentati solo della quota di salario accessorio prevista dal CCNL 2004/05. Un’imposizione del vecchio governo che non intendiamo assolutamente accettare supinamente.
- Scarso numero di passaggi ordinamentali previsti, pari ad un totale di 3.409 per tutti i profili, così ripartiti:
C4 – 1.468; C3 – 1.188 (compreso 343 C3 VIG. già banditi); C1 – 303; B2 – 226; B1 – 224.
Per i posti a C1 l’Amministrazione ha chiesto l’autorizzazione in deroga al blocco delle assunzioni, come previsto recentemente dal Consiglio di Stato che ha parificato i passaggi di area alle nuove assunzioni.
C’è da sottolineare che il numero di posti a C1 è stato individuato in modo autonomo dall’Amministrazione, senza informare preventivamente il sindacato come invece previsto dall’Art. 19 lett. B) sub a) del CCNL 16 febbraio 1999. Una risposta assolutamente insufficiente per il personale dell’Area B, che rischia di allontanare ulteriormente la riproposizione dell’Area unica C, battaglia storica della nostra organizzazione.
- Contrarietà a ripristinare sotto forma di maggiorazione dell’incentivo speciale le quote mensili di € 70 per i C3 e € 30 per i C1/C2.
La RdB vuole che tali importi siano erogati come voce salariale fissa e continuativa a TUTTO il personale non indennizzato dell’Area C.
- Mancanza, nella proposta dell’Amministrazione, del riconoscimento del TEP con decorrenza 1° gennaio 2006 per i lavoratori transitati all’INPS in mobilità dal 2 gennaio 2004 al 1° gennaio 2005.
Riteniamo, poi, che vadano adeguati gli importi di chi già percepisce il TEP a quelli dell’assegno di garanzia.
- Contrarietà a declassare a C3 le funzioni riconosciute dall’ordinamento al C4. Piuttosto che assegnare le posizioni organizzative ai C3, si facciano i passaggi a C4 e, successivamente, nell’ambito di quella posizione ordinamentale s’individuino i destinatari delle posizioni organizzative. Contrariamente, se l’Amministrazione può affidare una funzione al C3, riconoscendo la relativa indennità, che interesse avrebbe poi a bandire selezioni per C4?
- Netta contrarietà ad introdurre la vice dirigenza utilizzando i soldi del Fondo di Ente
. Quante altre incombenze deve sostenere il Fondo, oltre al costo dei passaggi, allo straordinario ed ai turni, alle indennità? Non dovrebbe piuttosto servire a remunerare ed incentivare la produttività?
La proposta su straordinari e turni riteniamo debba essere articolata meglio. Come s’intende coprire l’attività pomeridiana di sportello se si va ad una riduzione di turni e straordinario a favore di una non meglio precisata flessibilità di orario?
Non comprendiamo, inoltre, la proposta di sospendere nel 2006 l’attribuzione di nuove posizioni di sviluppo economico A3-B3-C2-C5.
In merito alla proposta riguardante il settore della vigilanza ispettiva (150 team vigilanza, indennità a € 200, abolizione del ruolo di ottimizzatore), riteniamo debba essere inserita in una discussione complessiva riguardante anche le altre aree specialistiche e, più in generale, il sistema indennitario. Riconosciamo tuttavia all’attività di vigilanza una particolare importanza, delicatezza e complessità di cui va tenuto assolutamente conto.
Nel corso del nostro intervento abbiamo evidenziato la necessità di applicare due norme inserite nel CCNL 2002/2005, inserite nel CCNI di Ente 2002-2005 ma non ancora definite. La prima riguarda il passaggio nell’Area B del personale in servizio in Area A alla data del 31/12/2002 (Art.25, comma 5 del CCNL), mentre la seconda interessa il personale inserito in turnazioni a ciclo continuo, dichiarato permanentemente inidoneo allo svolgimento di tale attività, a seguito di accertamenti sanitari. A tale personale va attribuita un’indennità mensile sostitutiva dell’indennità di turno (Art. 25, comma 6 del CCNL).
Infine, nel dichiarare la disponibilità della RdB al confronto sui contenuti della proposta, abbiamo chiesto all’Amministrazione maggiore coraggio. Non si può continuare ad aumentare i carichi di lavoro, arrivati ormai a livelli insopportabili, per giunta con l’aggravio di una perdita delle risorse finanziarie. Occorre lavorare a progetti che guardino alla qualità e non più solo alla quantità.
Miglioramento dei servizi e soddisfazione degli utenti, questi gli obiettivi da perseguire. Lavorare sulle procedure informatiche e sull’aggiornamento dei dati per fornire le prestazioni direttamente a casa dei cittadini utenti ed evitare che continuino a riempire gli sportelli delle Sedi. Chiedere con forza il ritorno alle assunzioni a tempo indeterminato tramite concorso pubblico, bloccando qualunque forma di lavoro precario e trovando le opportune soluzioni per la trasformazione a tempo indeterminato di tutti gli attuali precari (EX LSU E CFL).
E’ su queste sfide che attendiamo l’Amministrazione
. Lunedì 29 maggio cominceranno degli incontri tecnici sulle linee guida presentate nella trattativa del 23. Noi, piuttosto, attendiamo risposte politiche dai vertici dell’Ente e lo ripetiamo, maggiore coraggio e forza nel rappresentare alla classe politica la specificità e le potenzialità di un Ente come il nostro, ancora parte fondamentale dello Stato sociale.