GRAVE ATTACCO AL DIRITTO DI ASSEMBLEA

In allegato la lettera inviata alla Direzione regionale

Milano -

 

La deriva autoritaria imboccata dall’Amministrazione sembra non conoscere limiti, nel mirino adesso è finito un diritto fondamentale dei lavoratori, quello di riunirsi in assemblea.

Il Direttore della Sede di Monza ha negato l’autorizzazione allo svolgimento di un’assemblea del personale, convocata unitariamente da tutte le OO.SS. locali e dalla RSU dalle 8.30 alle 12.30, sostenendo che le assemblee devono essere collocate all’inizio o alla fine dell’orario di lavoro, prendendo a pretesto l’art. 2 comma 5 del CCNQ del 1998 sulle agibilità sindacali, che recita testualmente: "Nei casi in cui l’attività lavorativa sia articolata in turni, l’assemblea è svolta di norma all’inizio o alla fine di ciascun turno di lavoro".

E’ evidente che la disposizione non è vincolante ed in ogni caso si riferisce a posti di lavoro dove l’attività è articolata in più turni. L’Amministrazione non può negare l’assemblea o deciderne l’orario ma la sua azione è limitata all’autorizzazione dei locali. Nessuno venga poi a parlare di servizi pubblici essenziali, perché all’INPS non ve ne sono.

E’ veramente deprimente che Dirigenti strapagati non conoscano o facciano finta di non conoscere le più elementari regole delle relazioni sindacali. Al Direttore bastava leggersi i commi precedenti dello stesso articolo 2 del CCNQ del 98 per capire il grossolano errore in cui stava incorrendo.

   

Immediata è stata la richiesta da parte della RdB alla Direzione regionale di intervenire (vedi lettera allegata), per garantire la corretta applicazione della normativa. Dal Direttore Regionale non è giunto alcun segnale, in coerenza con una prassi ormai consolidata di non rispondere alle comunicazioni di questa Organizzazione Sindacale. Di più, ci risulta che sia stato proprio lui l’ispiratore di tale interpretazione, e non possiamo escludere a questo punto che tutti i Direttori delle sedi della Lombardia abbiamo ricevuto tale direttiva, non sappiamo se in forma ufficiale o meno.

Della questione è stato ovviamente informato anche il coordinamento nazionale della RdB, e auspichiamo che anche Cgil Cisl Uil e Cisal (visto che l’assemblea è stata indetta da tutte le OO.SS.) prendano posizione e non sottovalutino la questione, o peggio assumino un atteggiamento di complice silenzio.

 

Vogliamo sperare che si sia trattato solo di uno spiacevole episodio, isolato e senza ulteriori conseguenze, dettato probabilmente dal nervosismo di un’Amministrazione in difficoltà di fronte alla mobilitazione in atto contro il declassamento della Sede di Monza da Direzione provinciale ad Agenzia, scelta che sta dando luogo a numerose e riuscite iniziative di protesta sia all’interno della sede che sul territorio del comprensorio di Monza e Brianza, le cui motivazioni hanno trovato consenso anche tra gli utenti dell’Inps.

 

Se ci troviamo invece di fronte al tentativo di intimidire le rappresentanze sindacali e i lavoratori, per impedire che si disturbi il manovratore in vista dell’applicazione del riassetto delle strutture previsto dalla delibera 140, ebbene la nostra risposta sarà commisurata all’attacco. Sarebbe davvero una scelta folle e incomprensibile se l’Amministrazione rispondesse in questi termini alla richiesta, che viene fatta da più parti (si vedano le numerose prese di posizione di vari Comitati regionali e provinciali, e dello stesso Consiglio di indirizzo e vigilanza), di favorire il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e dei lavoratori nel piano di riassetto.

 

Attendiamo pertanto un chiarimento ufficiale sull’orario di convocazione delle assemblee del personale, che sia ovviamente coerente con la salvaguardia delle prerogative sindacali; in caso contrario non possiamo escludere fin da adesso il ricorso all’autorità giudiziaria, per veder riconosciuti i diritti fondamentali dei lavoratori e rintuzzare decisioni riconducibili a comportamento anti-sindacale.

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lombardia