HA FATTO TUTTO LUI…

Comunicato n. 55/09

Nazionale -

 

Abbiamo seguito in diretta la video conferenza del Presidente Mastrapasqua dalla Sala Mancini della Direzione Generale, abbiamo poi riascoltato con molta attenzione il suo intervento dal momento che avevamo registrato l’incontro e siamo rimasti francamente sconcertati: ma come, neanche una parola di ringraziamento o un’espressione di apprezzamento nei confronti dei lavoratori, che con il loro quotidiano impegno hanno permesso all’Ente di raggiungere quei risultati vantati dal Presidente non solo nell’incontro di ieri, ma anche nelle molteplici interviste che rilascia quotidianamente? Neanche un accenno a quei lavoratori delle aree A e B che svolgono mansioni superiori non riconosciute e non retribuite e per i quali i percorsi di carriera sono bloccati al pari delle assunzioni pubbliche?

 

Dall’intervento del Presidente Mastrapasqua è emerso invece che le uniche sollecitazioni ricevute hanno riguardato l’individuazione dei superfunzionari e l’assegnazione delle posizioni organizzative “…così mi sono state rappresentate e così le ho capite…”. Evidentemente il Presidente è male informato e male consigliato, anche a livello sindacale. Inoltre riteniamo pecchi di eccessivo protagonismo, come quando afferma che “…quest anno non è stato caratterizzato soltanto dalla mia guida all’Istituto ma anche da una crisi senza precedenti nel Sistema Italia…”. Perbacco, non ce ne voglia, ma è come se aprissero un telegiornale dando la medesima rilevanza a 300.000 licenziamenti ed alla vittoria della Cisco calcio (senza offesa per i tifosi della Cisco).

 

D’altronde, stando alle affermazioni del Presidente Mastrapasqua, sembra che prima della sua nomina l’INPS fosse una massa informe da plasmare ed inventare. Dimissionati d’ufficio diversi dirigenti generali di grande competenza, sostituiti, a volte con largo anticipo sul pensionamento effettivo, da giovani dirigenti, affidata all’esterno la riorganizzazione dell’Istituto, assicurata al governo la copertura di nuove competenze e di maggiori carichi di lavoro con meno personale, dopo sette giorni di fatiche nacque il nuovo INPS, autoritario e decisionista in casa, reverenziale e disponibile nei rapporti con il governo. Per la verità, questo Istituto ha una storia importante alle spalle, è invece sul suo futuro che abbiamo forti perplessità, soprattutto rispetto a scelte organizzative che si stanno assumendo, senza un vero confronto sindacale e senza una collettiva condivisione e partecipazione.

 

Siamo costretti a sottolineare anche alcune gravi inesattezze nelle affermazioni del Presidente Mastrapasqua, come quella che riguarda il pieno recupero delle risorse di salario accessorio decurtate con la Legge 133 del 2008. Il Presidente, infatti, ha detto “…L’ultima volta che ci siamo visti, io sono una persona seria, dissi che il famoso taglio dell’accessorio non lo condividevo e dissi che avrei fatto tutto quello che era nelle mie possibilità e nelle mie capacità per fare sì che questo non fosse più un problema per l’Istituto e per i dipendenti. Essendo persona seria non ho più cercato incontri con i dipendenti fino a che non potessi dire che quel problema si era risolto, non perché mi sentissi in colpa, perché non sono io né l’autore del decreto, né l’autore di quello che c’era scritto dentro, ma perché il lavoro fatto da settembre dell’anno scorso ad oggi, devo dire con l’aiuto non solo dei dirigenti che mi hanno aiutato ad interloquire con le autorità governative, ma anche di molte organizzazioni sindacali, è stato quello di cercare non solo di tornare a quello che c’era prima ma di dare anche un contributo maggiore al nostro Istituto rispetto agli altri. Questo è stato… ci sono volute tre norme per farlo diventare definitivo”. Quindi, per il Presidente Mastrapasqua, l’INPS avrebbe recuperato totalmente l’importo dei tagli previsti dal DL 112/2008 e confermati dalla Legge 133/2008. Purtroppo le cose non stanno così. L’amministrazione, dopo aver concordato a luglio un Fondo di 344 milioni di euro, a settembre ci ha presentato una proposta di Fondo di Ente pari a 320 milioni di euro, saliti a 323 dopo alcuni giorni ed arrivati a 324 o 331 in un incontro ufficioso con tutte le organizzazioni sindacali. Cifre tutte distanti da quei 365 milioni di euro che rappresentano il Fondo 2008. La verità è che una decurtazione prevista dalla norma del governo è rimasta e comporta un Fondo di Ente nel 2009 inferiore al 2008. Abbiamo parlato di inesattezze e non di bugie, perché evidentemente il Presidente è male informato, altrimenti non parlerebbe di “alcuni dettagli” rimasti da definire, dal momento che nella migliore delle ipotesi c’è in ballo una differenza di 31 milioni di euro con il Fondo dello scorso anno. Altro che dettagli!!!

 

Comprendiamo che il Presidente abbia altri pensieri per la testa, altre responsabilità, e non si possa soffermare su tutto, ma evidenzia tuttavia una scarsa conoscenza delle più elementari norme dell’Istituto in materia pensionistica. Altrimenti non avrebbe affermato, annunciando il pensionamento del Direttore Generale, queste testuali parole: “Il Direttore Generale alla fine del mese lascerà il suo incarico perché così mi hanno spiegato che funziona…”. Certo che funziona così, ci sono dei limiti di età che vanno rispettati, a meno che il governo non forzi la norma con provvedimenti ad personam. D’altronde dovrebbe essere contento, perché avrà l’opportunità di “ringiovanire” anche la poltrona di Direttore Generale. Ci permettiamo di consigliare maggiore attenzione su questa politica di ringiovanimento generale, che sembrerebbe interessare tutto il personale, perché si rischia di emarginare un’intera generazione che ha ancora diversi anni di lavoro prima del pensionamento, demotivandola con provvedimenti troppo sbilanciati. E’ necessario, a nostro parere, raggiungere un maggiore equilibrio, adottando una politica del personale che sia di stimolo per tutti i lavoratori e faccia sentire tutti importanti in egual misura.

 

Scusandoci per questa lunga, ma a nostro parere, necessaria disamina, dobbiamo evidenziare altre inesattezze nelle affermazioni del Presidente Mastrapasqua, riguardanti questa volta il piano di riorganizzazione dell’Istituto. Il Presidente ha assicurato il personale che non c’è nessuna volontà di chiusura delle sedi e nessuna previsione di spostamento dei dipendenti da una sede all’altra o da un’agenzia all’altra. Ci perdoni il Presidente se dissentiamo e vorremmo citare ad esempio l’annunciata chiusura delle Sedi di Milano Corvetto e di Roma Centro, ma saremmo ben lieti se tali notizie fossero smentite dai fatti. Allo stesso tempo vorremmo sottolineare che la trasformazione delle Sedi sub provinciali in agenzie è già di per se un processo di mobilità di personale, ma verificheremo nei fatti le affermazioni ufficiali del Presidente. Tuttavia, se non corrispondessero al vero, potremmo continuare a parlare di inesattezze e di disattenzioni?

 

E’ risultato evidente dalla video conferenza che il Presidente Mastrapasqua pensa sia possibile organizzare l’Istituto puntando tutto sui rapporti telefonici tramite call center, sulle procedure e su un’informatizzazione diffusa che coinvolga anche l’utenza, riducendo l’importanza del fattore umano e dell’impegno lavorativo, tanto da pensare di poter ridurre ulteriormente il personale, magari puntando su una comunicazione più efficace. Tuttavia, non basta mandare in giro un caravan nelle piazze delle maggiori città per cambiare l’ordine delle cose, anche perché quelle migliaia di persone in fila davanti al camper dell’INPS sono le stesse migliaia di persone che affollano gli sportelli delle Sedi ed alle quali vanno date risposte serie e concrete, perché gli utenti reclamano servizi e poco gli interessa di emoticon, caravan ed altre trovate del genere.

 

Ci dispiace che il Presidente ci abbia negato la parola a margine della video conferenza di ieri, perché, diversamente dal rappresentante della UIL, non avremmo scambiato quell’incontro per un tavolo di trattativa o per una vetrina espositiva, ma  saremmo intervenuti sulle questioni importanti che riguardano il ruolo che l’Istituto deve continuare ad avere all’interno del welfare e delle scelte che, secondo noi, stanno oggi determinandone un ridimensionamento o, peggio, la trasformazione in un Ente di natura squisitamente assistenziale.

 

I temi aperti da questa irritante video conferenza arricchiscono di motivazioni lo sciopero generale del 23 ottobre, che auspichiamo diventi effettivamente generale e di tutti, nel quale ci si possa riconoscere al di là di steccati ed appartenenze. Ripetiamo l’esperienza del 17 ottobre 2008, quando i lavoratori dell’INPS fecero proprio lo sciopero indetto dal sindacalismo di base.