IL LAZIO SI MOBILITA

Comunicato n. 08/14

Roma -

 

E’ partita venerdì scorso da Latina la settimana di mobilitazione indetta a livello nazionale dalla USB contro il mancato pagamento del saldo dell’incentivo 2012 ed il rinvio immotivato da parte dell’amministrazione di aprire immediatamente la trattativa sui contratti integrativi 2013 e 2014.

Dall’assemblea vivace e partecipata è emersa una precisa volontà di reazione a quanto si sta perpetrando ormai da alcuni anni a danno dei dipendenti pubblici e della stessa utenza. Senza peraltro intravedere alcuna apprezzabile soluzione alla crisi, se non quella da parte dei ministeri di reiterare illegittime sforbiciate.

Per nulla rassegnato, il personale ha recepito l’invito ad una forte mobilitazione che coinvolga tutti i lavoratori secondo le indicazioni emerse dal coordinamento regionale dei delegati, a partire dalla inevitabile interruzione di ogni trattativa.

E’ stato opportunamente da più parti ricordato che la lotta paga, basti pensare al taglio di 537 milioni di euro sventato lo scorso anno con un presidio solitario durato ben 15 giorni al MEF, mentre gli altri sbagliavano perfino l’interlocutore.

Così com’è stato richiesto a gran voce lo storno definitivo dei 28 milioni di euro stanziati annualmente per lo straordinario nel fondo incentivante dei lavoratori.

Particolare attenzione ed un successivo generale consenso ha pure suscitato la proposta non più rinviabile di instituire un fondo a parte, cui dovrà provvedere necessariamente l’amministrazione, per tre particolari categorie di soggetti che continuano a pescare ogni mese dal fondo di ente: le figure cosiddette di “alta professionalità”, i direttori delle agenzie e i titolari delle posizioni organizzative.

Le continue rinunce che già da tempo stanno falcidiando quest’ultima categoria sono tutte lì a dimostrare che il gioco non vale poi la candela mentre la riprova è fornita a livello regionale dall’adozione unilaterale della irrituale procedura di interpello, volta a coprire alla meglio i “buchi” bypassando i bandi di selezione.

Quello che inoltre è risultato chiaro dall’assemblea inaugurale è che i lavoratori non hanno intenzione di farsi più abbindolare dai soliti noti (da sempre cinghia di trasmissione di una amministrazione in cui fino a pochi giorni fa controllato e controllore erano la stessa persona) con vari proclami roboanti che annunciano elemosine e mance. Manca solo che si debba ringraziarli, per i mirabili risultati ottenuti con la doppia inutile firma sull’integrativo e sull’accordo di programma.

Considerato il particolare frangente relativo ad una richiesta di concertazione in atto sul front end, la USB di Latina ha chiesto che al verbale conclusivo venisse allegato il documento stilato all’uopo (vedi) sulla riorganizzazione sperimentale del servizio nella sede integrata. Ciò per correttezza e senso di responsabilità.

Ma dal capoluogo dell’agro pontino le parole d’ordine sono poi risultate chiare e ben determinate: per favore, abbiate adesso la decenza di non rompere più le scatole su nuovi piani e nuovi obiettivi, a fronte di quelli raggiunti e certificati, la cui sacrosanta e doverosa corresponsione economica è tuttavia saltata senza il benché minimo ritegno.

Mentre i lavoratori non sono finalmente più disponibili a pagare di tasca propria una riorganizzazione fallimentare ed una integrazione imposta e non condivisa.