MOBILITA' NAZIONALE, E' DIVENTATA UNA FARSA
Comunicato n. 60/19
Sì, lo ripetiamo e lo sottoscriviamo: siete incompetenti ed incapaci e, aggiungiamo ancora, in malafede. Avete avuto bisogno di tre accordi nazionali per attuare una mobilità che ha ancora punti non risolti. La mobilità regionale è stata negata verso alcune sedi considerate in esubero che oggi invece sono inserite nella mobilità nazionale, aprendo una contraddizione che potrebbe innescare un contenzioso e, nella migliore delle ipotesi, non è certo da considerarsi un bel segnale nei confronti dei lavoratori che non si sono potuti trasferire all’interno della regione.
Vi vantate di aver ottenuto la possibilità del trasferimento dei lavoratori soggetti al vincolo di permanenza dei cinque anni nella sede di prima assegnazione, giustificando la scelta con esigenze organizzative e funzionali, ma da una parte state facendo un favore al direttore generale che vuole portare in sede centrale almeno 50 analisti di processo assunti da pochi mesi, dall’altra, come contropartita, otterrete sicuramente qualche trasferimento su segnalazione come lascia ben intendere la mail che pubblichiamo di seguito e che è circolata tra i vincitori del concorso pubblico a C3 amministrativo.
“Salve, la presente per comunicarvi che una parte dei Funzionari C3 assunti il 16.10.2017 compresa me, hanno presentato una domanda di disponibilità al trasferimento d’ufficio per esigenze organizzative e funzionali dell’Amministrazione, al fine di essere traferiti nella sede desiderata e considerato che il bando di mobilità nazionale ci esclude in quanto sottoposti al vincolo di permanenza quinquennale nella prima sede di assegnazione.
Qualcuno di noi a partire da Roma e a seguire, in quanto iscritto CISL, si è rivolto ad xxxxxxxx che sta nel coordinamento nazionale Cisl a Roma appunto; per il suo tramite siamo venuti a conoscenza della possibilità di ottenere un trasferimento in questa maniera, possibilità che piace all’Amministrazione. Dunque, se avete intenzione di seguire questa strada, dovrete presentare la domanda suddetta nelle vostre segreterie, protocollarla e inviarla ad xxxxxxxxxx al suo indirizzo istituzionale Inps, perché si faccia per tutti portavoce delle nostre istanze; scrivete a lui personalmente senza fare riferimento al sindacato CISL. La suddetta domanda dovrà essere protocollata ed inoltrata ad xxxxxxx nel più breve tempo possibile.
Vi saluto.”
Siete incompetenti, incapaci ed in malafede. Solo dopo il nostro intervento, a seguito della pubblicazione del primo elenco di sedi allegato all’accordo da voi firmato a febbraio di quest’anno, si è mosso qualcosa e siete stati costretti a correre ai ripari. Non vi eravate accorti, quando firmavate l’accordo, che il numero delle sedi era insufficiente a soddisfare le richieste dei colleghi? Abbiamo proposto alcune soluzioni per superare i problemi scaturiti da quell’accordo, ma, visto come sono andate le cose, sicuramente ci sarà stata la vostra opposizione, magari solo perché i suggerimenti venivano dalla USB. Oggi c’è un nuovo bando ed anche in questo sono indicate nove sedi in esubero. Come sono determinati questi esuberi? C’era proprio bisogno di escludere nove sedi e perché quelle e non altre? Quali sono i criteri che regolano questa scelta? La soluzione che avete trovato è quella di far presentare una domanda che resta appesa all’eventualità che in quelle sedi si determini una condizione di carenza d’organico. Ci sembra che si agisca sulla ripartizione dell’organico con la stessa filosofia cabalistica che governa la produttività dell’Ente. Per cinquecento trasferimenti c’era proprio bisogno di tre accordi, due bandi e una mobilità regionale incompleta?
Insomma, siete capaci solo a nuotare nel vostro brodo primordiale fatto di espedienti, piccola clientela e favoritismi, veri o millantati. Siete la rovina del movimento sindacale di questo Paese. Barricatevi pure dietro le vostre regole capestro che escludono le voci libere come la nostra, noi andiamo comunque avanti insieme ai tanti lavoratori che ci sostengono e che vedono in noi la possibilità di continuare a considerare utile e piena di significato la parola Sindacato.