NUOVA CIRCOLARE MISSIONI LE PROPOSTE DELLA USB

Nazionale -

(07/22) Al tavolo sindacale di giovedì 13 gennaio 2022 è stata esaminata la bozza di nuova Circolare sulle missioni elaborata dall’Amministrazione. Si tratta di un documento molto lungo, complesso e articolato, che giustamente ambisce a regolare ogni aspetto della materia, aggiornandola alla luce dell’evoluzione del sistema dei trasporti e di quello delle prenotazioni in rete. Tuttavia, il documento soffre dei pesanti limiti imposti con provvedimenti di legge e di alcune carenze di natura contrattuale, che continuano a sottendere la considerazione della missione come privilegio e non come servizio e il lavoratore come un vorace dilapidatore di risorse pubbliche. Si tratta della ben nota ideologia “brunettiana”: è infatti Brunetta l’artefice della legge 122/2010 che limita l’utilizzo del mezzo proprio alle sole attività ispettive e a quelle assimilabili. L’Istituto, come è ormai prassi consolidata, si pone in condizione di sudditanza rispetto alle indicazioni ministeriali, andando spesso ben oltre quanto la norma effettivamente disponga. Non fa eccezione questa bozza di Circolare, che sconta un burocratismo meticoloso nel definire dettagli e nello stabilire esclusioni, a cui fanno da contrappeso la timidezza e la mancanza di coraggio nello stabilire eccezioni. Le novità rispetto alla circolare del 2011 non sono molte.

Nel nostro intervento abbiamo in via preliminare evidenziato queste carenze di ordine generale, la cui manifestazione più netta è il continuo e quasi ossessivo richiamo al principio di economicità, dimenticando spesso quelli di efficienza e di efficacia dell’azione amministrativa. A giudizio della USB è certamente doverosa l’economicità nell’utilizzo di risorse pubbliche, contemperata però con il rispetto dei diritti dei lavoratori e con la ragionevolezza. In nessun caso possiamo ammettere che il risparmio avvenga a discapito del lavoratore o che addirittura l’Istituto lucri utilizzando beni del lavoratore. Emblematico il caso, da noi ricordato in trattativa e di frequente occorrenza, nel quale il lavoratore è costretto all’utilizzo del mezzo proprio per palese inadeguatezza di quello pubblico ma deve accontentarsi di un rimborso forfettario inferiore. L’Inps lucra quindi sui beni privati dei dipendenti, dei quali si serve ad un costo inferiore a quello reale.

Con l’abituale spirito costruttivo, abbiamo successivamente rappresentato al tavolo sindacale alcuni punti di caduta del testo in esame, concentrandoci sugli aspetti relativi ai diritti e doveri del dipendente in missione più che sulle procedure autorizzative.

La rettifica a nostro giudizio più importante da apportare alla circolare è relativa all’inclusione delle attività del personale informatico – sia appartenente ai GAI che allo sviluppo e gestione delle procedure – tra quelle equiparate alle attività ispettive ai fini dell’utilizzo del mezzo proprio. È evidente come il frequente trasporto di materiali ingombranti non possa essere agevolmente gestito con l’utilizzo di mezzi pubblici, a volte non presenti nell’itinerario previsto dall’intervento o spesso con orari scomodi. L’eventuale maggior costo sarebbe comunque compensato dalla maggiore velocità nello svolgimento del servizio e in un maggior numero di attività svolte nella stessa giornata. Il buon senso e la corretta gestione dovrebbero indurre a evitare disagio al lavoratore, a velocizzare il lavoro e a valutare il costo sostenuto in rapporto al risultato da raggiungere in un arco di tempo più ampio: una giornata di missione con mezzo proprio costerà probabilmente meno di tre con i mezzi pubblici per rendere lo stesso servizio, anche senza considerare lo stipendio del lavoratore impegnato più a lungo. L’esclusione degli informatici dall’autorizzazione all’uso del mezzo proprio – almeno per una parte delle loro attività – è un’ingiustizia e un’assurdità che deve essere sanata.

Abbiamo inoltre chiesto all’Amministrazione le seguenti rettifiche al testo:

  • aumento dell’anticipazione minima dal 75% al 90%;
  • inclusione delle eventuali spese di agenzia nel rimborso;
  • adeguamento dei rimborsi per i pasti al costo della vita;
  • parificazione tra dirigenti e funzionari per l’importo dei rimborsi per i pasti;
  • integrazione delle classi di viaggio ammesse per Trenitalia e la distinzione tra le classi stesse e la tipologia di tariffe;
  • ammissione a rimborso di percorsi automobilistici più lunghi ma più veloci;
  • minore rigidità nelle tipologie ammesse di scontrini per ristorazione, considerando le limitazioni dei registri di cassa di alcuni esercenti;
  • eliminazione della richiesta di due preventivi di maggior costo di alberghi per autorizzare il pernottamento in “Bed and Breakfast”;
  • autorizzazione del mezzo proprio ai soli fini assicurativi, legata al rimborso forfettario, concessa annualmente per tutto il personale, come si prevede per i soli ispettori;
  • eliminazione della previsione di unico occupante della stanza d’albergo ai fini del rimborso.

Su quest’ultimo punto, abbiamo evidenziato l’inaccettabile intrusione nella vita privata del dipendente. Una volta terminato l’orario di lavoro si è liberi e nessuno può dirci con chi dobbiamo o non dobbiamo dormire. Si metta correttamente a carico del lavoratore la differenza di prezzo, se c’è, tra stanza doppia e singola (da tariffario dell’albergo). La rigida previsione della bozza porterebbe peraltro al grottesco risultato che le molte coppie sposate o coppie di fatto presenti in Istituto, se inviate insieme in missione come talvolta accade, dovrebbero dormire in due singole per avere diritto al rimborso dall’occhiuto datore di lavoro, che ne avrebbe in conclusione un danno.

Siamo consapevoli di non avere con questa disamina esaurito le criticità di una materia complessa e che alcune delle nostre richieste necessiterebbero di innovazioni legislative o contrattuali (ci è parso utile segnalarle comunque). Altre osservazioni condivisibili sono state rappresentate da altre organizzazioni. Ci aspettiamo dall’Amministrazione un’attenta e seria valutazione di quanto emerso al tavolo sindacale, che porti all’adozione di un documento migliore e più funzionale per i lavoratori e per l’Amministrazione stessa.