PIOGGIA ACIDA SULLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA INPS IL VELENO DEI MINISTERI VIGILANTI PEGGIO DELLA DIOSSINA
Comunicato 98/19
Lo avevamo già scritto il 4 ottobre, annunciando lo sblocco del CCNI 2018, che i veri problemi ci sarebbero stati sulla contrattazione integrativa 2019. La lettera con cui i ministeri vigilanti certificano l’accordo INPS 2018 conferma purtroppo nel modo più nefasto quanto da noi anticipato.
Siamo riusciti ad avere dai ministeri la nota datata 10 ottobre ed i contenuti sono inequivocabili. Il TEP d’ora in avanti cessa di essere uno strumento di valorizzazione della professionalità del personale e diventa un trattamento economico legato esclusivamente al risultato ed alla performance individuale, seguendo quindi la stessa sorte dell’incentivo, tanto è vero che sarà stabilito un importo annuo massimo del trattamento di professionalità che non potrà più essere erogato sulla base di un importo mensile fissato dalla contrattazione ma sotto forma di acconti soggetti a verifica finale in base alla produttività raggiunta ed alla performance individuale di ciascun lavoratore.
Il TEP non potrà più essere riassorbito in caso di progressioni economiche (passaggi di livello), pertanto gli sviluppi economici dovranno essere finanziati con apposite risorse del Fondo della produttività. I ministeri vigilanti sono arrivati a colpire il cuore del sistema contrattuale dell’INPS senza trovare particolare e competente resistenza da parte dell’amministrazione e dei sindacati firmatari del contratto integrativo. E’ la morte della contrattazione integrativa all’INPS, con buona pace della CONFSAL che questa tesi ha cavalcato per poter alzare qualche iscritto in più, non valutando che così facendo impediva progressioni economiche generalizzate. La vendetta dei ministeri nei confronti dell’INPS ora potrà essere consumata: una volta che saranno esaurite le risorse da destinare alle selezioni interne non si potranno fare più passaggi economici, come già accade nei Ministeri e nelle Agenzie fiscali.
I ministeri vigilanti esigono anche l’applicazione del cosiddetto super incentivo riservato ad una ristretta quota di personale, norma prevista dall’art. 77, comma 4, del CCNL 2016-2018 inserita nel contratto integrativo INPS solo come norma programmatica.
La nota dei ministeri si sofferma anche sull’art. 14 del CCNI 2018, relativo ai compensi per particolari compiti, chiedendo una razionalizzazione del sistema indennitario entro la data di sottoscrizione definitiva del CCNI 2019.
Infine i ministeri vigilanti richiamano l’attenzione dell’INPS sulla necessità che l’incentivo per la produttività ed i progetti speciali siano erogati solo in relazione all’effettiva prestazione resa (Brunetta docet).
Qualcuno potrà dire: ma abbiamo portato a casa il CCNI 2018 nella sua interezza, sì, ma a quale prezzo? L’affondo dei ministeri vigilanti non ha precedenti. Come reagire a questa vera e propria dichiarazione di guerra da parte di chi dovrebbe limitarsi a verificare le coperture economiche e la congruità dell’accordo con il contratto collettivo?
A nostro parere non si può tergiversare oltre, non si può essere oltremodo attendisti. Occorre una risposta forte, determinata ed immediata, senza farsi abbindolare da quanto percepiremo a novembre, senza farsi risucchiare nella politica del tiriamo a campare e pensiamo al risultato di oggi, tanto le cose poi si aggiusteranno. Questa politica, portata avanti da decenni da CGIL-CISL-UIL e codazzo di sindacatini autonomi, è arrivata al capolinea. Quei sindacati continuano ad impedire alla USB di partecipare ai lavori del tavolo sindacale nazionale sulla base di una norma contrattuale autoritaria che esclude dal confronto aziendale le organizzazioni sindacali che non sottoscrivono il contratto collettivo. USB non ha firmato il CCNL 2016-2018 perché lo ha ritenuto fortemente penalizzante per i lavoratori e per questo non è stata più invitata al tavolo sindacale dell’INPS. Quei sindacati preferiscono fare la guerra alla USB piuttosto che alla controparte ministeriale. Quei sindacati sono i rappresentanti di un’epoca che va definitivamente archiviata, perché ha prodotto il Jobs Act e la precarietà istituzionalizzata, la riforma Brunetta e quella Madia, ha smantellato le tutele dei lavoratori ed il diritto ad una pensione dignitosa.
Oggi sarà firmato definitivamente il contratto integrativo INPS 2018. Domani USB proclamerà lo stato di agitazione del personale dell’Istituto con un percorso di lotte che potrà arrivare anche all’indizione dello sciopero. Giù le mani dalla contrattazione INPS: impediamo la definitiva ministerializzazione dell’Istituto.
IL TEP NON SI TOCCA