Presidio USb davanti all'Inps di Trento
Con questo presidio abbiamo unificato la lotta per difesa della pensione pubblica, che non può dipendere della speculazione finanziaria, ma si è anche superato quella divisione – alimentata da governo, padroni e mass media – fra lavoratori privati ai lavoratori pubblici, occupati a disoccupati, vecchi contro giovani e cittadini contro chi erga servizi pubblici.
Pienamente riuscita l’iniziativa di stamane all’INPS di Trento, dove i lavoratori dell’ente hanno aderito in massa all’assemblea informativa partecipando poi numerosi al presidio organizzato davanti all’ingresso principale della sede Provinciale in via delle Orfane a Trento.
L’ampia adesione all’iniziativa ha portato alla chiusura per alcune ore degli sportelli INPS, i quali sono stati riaperti solo al termine della protesta.
Interessante è stata anche la discussione dei partecipanti al presidio con i cittadini che aspettavano di recarsi nei vari uffici Inps per sbrigare le loro pratiche.
Ci siamo confrontati sulle ragioni (riassunte nel volantino) di questa protesta finalizzate a rendere più efficiente e funzionale l’istituto, abbiamo spiegato che i ritardi – intercettabili anche per noi – nel pagamento dei servizi come la Naspi (ex disoccupazione), gli assegni o la pensione, non dipendono dai lavoratori ma sono dovuti ad un’organizzazione del lavoro che risponde a logiche politico/sindacali anziché alla soddisfazione dell’utente.
Abbiamo discusso sul processo, spesso carsico, di privatizzazione dell’istituto messo in campo da governo e dallo stesso Boeri, che il mancato funzionamento dell’Inps viene preso a pretesto per spingere verso la previdenza privata, del blocco della assunzioni, alla riduzione del personale addetto alla produzione mentre sono aumentati i servizi richiesti.
Il tutto senza dimenticare che i ritardi nell’erogazione dei servizi sono dovuti anche ad un utilizzo distorto del personale come nel caso delle “buste arancioni”, che altro non sono che uno spot a favore delle pensioni private e delle compagnie assicurative.
Il presidio, organizzato dalla RSU-Usb dell’inps e da Usb Provinciale, ha visto accanto ai lavoratori Inps la partecipazione di numerosi lavoratori e delegati del settore privato del Commercio, dell’Industria, dei Trasporti e di molti altri comparti.
Una presenza non solo simbolica e di solidarietà verso i lavoratori Inps impegnati in questa battaglia per garantire la funzionalità di un Istituto, che deve rimanere pubblico, ma anche una presenza per denunciare la privatizzazione strisciante dello stato sciale (dalla pensione alla sanità).
Siamo contrari al fatto che l’istituto sia usato, dai governi in carica, come bancomat per coprire i costi dell’assistenza sociale – che dovrebbe essere a carico della fiscalità generale – oltre ai buchi dovuti alla mancata lotta contro l’evasione e l’elusione contributiva.
Con questo presidio abbiamo unificato la lotta per difesa della pensione pubblica, che non può dipendere della speculazione finanziaria, ma si è anche superato quella divisione – alimentata da governo, padroni e mass media – fra lavoratori privati ai lavoratori pubblici, occupati a disoccupati, vecchi contro giovani e cittadini contro chi erga servizi pubblici.
Mercoledì 1 marzo come USB incontriamo il direttore dell’Inps regionale dal quale ci aspettiamo risposte chiare rispetto ai problemi che abbiamo posto nell’incontro del dicembre scorso e che abbiamo riassunto nel volantino distribuito ai lavoratori.
Infine invitiamo quanti ritengono scandalosi i ritardi nel pagamento della naspi, degli assegni o delle pensioni, ecc., di far propria la nostra proposta di utilizzare la delega sulla previdenza prevista nell’accordo di Milano e quindi utilizzare l’Autonomia per procedere alle necessarie,a nostro avviso dovute, assunzioni di personale per rendere efficiente l’Istituto, superando sprechi e inefficienze che oggi pesano sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini.
USB c’è ed è a fianco di chi lotta.
P USB Trentino
Ezio Casagranda