RENZI TIENE IN STALLO L'INPS. DA DICEMBRE L'ENTE E' SENZA UNA GUIDA CON PIENI POTERI
Comunicato n. 06/15
Il 24 dicembre 2014, vigila di Natale, Renzi decise di nominare l’economista Tito Boeri presidente dell’INPS. La decisione sembra che non fu comunicata preventivamente ai ministri e men che meno al Commissario dell’Ente, Tiziano Treu, che lo seppe a cose fatte e non dalla fonte diretta. Di lì a pochi giorni scadeva il mandato del Direttore generale dell’INPS, Mauro Nori.
Da allora il colosso nazionale della previdenza sociale pubblica è sostanzialmente senza una guida nel pieno dei poteri. Il Commissario Treu, probabilmente deluso e irritato, se ne sta nel suo ufficio a due passi da palazzo Chigi e sembra che sia lì che gli vengono portati gli atti che continua a firmare. Il Direttore generale è in prorogatio fino al 15 febbraio e dovrebbe limitare la sua attività all’ordinaria amministrazione, mentre sull’ente sono piovute nuove incombenze come il bonus bebè e il pagamento in busta paga del Tfr per i lavoratori del privato.
La stessa nomina di Boeri a Presidente dell’INPS sembra rallentata dalla Commissione Lavoro della Camera, che ha deciso un’audizione del professore della Bocconi in quanto in base al decreto legislativo 479 del 1994 difetterebbe dei requisiti previsti per l’incarico che dovrebbe ricoprire. Senza prender le difese di Tito Boeri, le cui idee in economia e sul welfare sono molto distanti dalle nostre, lasciateci esprimere su questo punto qualche perplessità. Veniamo da una presidenza Mastrapasqua i cui requisiti erano quelli di essere un noto commercialista, Direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma, collezionista di numerosi incarichi di sindaco in società private, socio del Circolo Canottieri Lazio e assiduo frequentatore delle sedi INPS fin da bambino perché figlio di consulenti del lavoro. Non parliamo poi di consiglieri d’amministrazione transitati nell’ente le cui professioni, come quella di dentista, poco hanno in comune con l’attività dell’ente. Per finire, basterebbe citare l’esperienza dell’attuale Presidente del CIV, Pietro Iocca, passato per sua stessa ammissione dalle vertenze sugli allevamenti di ovini e pollame ad un incarico che comporta la decisione sulle linee d’indirizzo dell’attività di un ente con un bilancio da 700 miliardi.
A parte il perdurare di questa caotica situazione ai vertici dell’INPS, dove s’inseriscono le scorribande interne e a mezzo stampa di chi voleva subentrare nel ruolo di Presidente prima e di Direttore generale oggi, quel che ci preoccupa davvero è la mancanza di decisione sulla governance dell’INPS. Tito Boeri arriverà all’ente con gli stessi poteri di Antonio Mastrapasqua, che si è comportato come fosse un amministratore delegato, comprimendo il ruolo e le prerogative del Direttore generale. Prima d’individuare il nuovo Presidente dell’INPS a nostro parere era necessario riformare la governance e nominare un nuovo Consiglio d’Amministrazione, ripartendo bene i compiti tra i diversi organi. Questo non è stato fatto e non si comprende se e quando lo si intende fare. Sta qui il nodo principale da sciogliere, altrimenti l’ente continuerà ad essere terra di conquista e sarà difficile progettarne il rilancio e il recupero di un suo ruolo centrale nel welfare del Paese.