UNA RIORGANIZZAZIONE TIRA L'ALTRA
Comunicato n. 37/13
La riunione svoltasi ieri presso la sede regionale ha insolitamente riguardato un argomento diverso, essenzialmente “altro”: l’ipotesi di nuova riorganizzazione. L’ennesima bozza sperimentale inerente l’area metropolitana romana ci è stata presentata sottolineando il fatto che oggi la realtà certamente più difficoltosa, con numeri esorbitanti rispetto agli altri in ambito nazionale, è proprio quella di Roma. Anche se al momento si può parlare solo di mero disegno organizzativo. Nell’ottica di riequilibrare le sedi più popolate come organico con quelle invece maggiormente deficitarie e alla ricerca di una difficile coerenza, il progetto che ci è stato sottoposto prevede la creazione di tre nuove Filiali di coordinamento, per un totale di sette con la direzione metropolitana.
In questo modo sono stati ridisegnati anche i carichi di lavoro in rapporto al bacino d’utenza, ma tenendo conto del pervenuto e non del definito, al fine di stabilire il peso della struttura. I tempi previsti per la definitiva integrazione delle sedi ex INPDAP da assorbire non sono certo ipotizzabili ma saranno necessariamente lunghi. Viterbo a parte gli accorpamenti effettivi degli stabili invece sono programmati entro fine anno.
Entrando nel merito abbiamo immediatamente fatto presente che a prima vista si tratta di un progetto ambizioso, che andrà monitorato con la doverosa calma e poi ridefinito in corso d’opera. Ma si tratta pur sempre d’una riorganizzazione (la terza nel giro di pochi anni), che sta minando la sopportazione dei colleghi.
La proposta di alleggerire il carico delle tre Filiali esistenti raddoppiandole è di sicuro un fatto positivo, in quanto tendenzialmente stiamo tornando al passato.
Quel che abbiamo valutato fin da subito negativamente è il numero mostruoso di dirigenti e di posizioni organizzative che si andrà inevitabilmente a creare col rischio tangibile di sottrarre ancora risorse dal Fondo. Inaccettabile per la USB.
Abbiamo anche rilevato come alcune Filiali risultino indubbiamente appesantite dalla ridistribuzione dei CAP (Flaminio + 00136 e Montesacro + 00156) mentre la situazione che desta maggiori preoccupazioni resta quella del Casilino, la cui utenza tra Ponte di Nona e Tor Bella Monaca è tuttora in crescita esponenziale.
Un parere definitivo sull’intero progetto di riorganizzazione sarà possibile solo a completamento della verifica che abbiamo appena avviato presso tutte le sedi.
Preso atto del ripensamento più che opportuno su Guidonia, abbiamo richiesto chiarimenti sul Punto INPS di Anzio, neppure menzionato nella tabella allegata, dove un pugno di colleghe continua a gestire quotidianamente senza una logica direttiva un vero e proprio avamposto. In attesa della pubblicazione imminente (secondo la DG) della graduatoria regionale, la situazione è tuttora in stand by, mentre si aspetta la regolare convocazione della RSU e delle OOSS a Pomezia. Abbiamo inoltre rigettato il tentativo di portare l’orario di servizio (???) fino alle 19.12 mentre sul recupero ipotizzato della pausa mensa, in caso di assemblea esterna, si fa rinvio al documento inviato ai vertici dell’amministrazione (vedi).
Da marcare infine la posizione ancora discriminatoria di CGIL-CISL-UIL e CISAL che per la settima volta hanno chiesto per bocca di una irriconoscibile CGIL ed ottenuto da una direzione regionale sempre meno autorevole la separazione di tavoli che, quanto meno sulla semplice informativa, dovrebbero invece essere uniti come da normativa. Evidentemente, non hanno proprio nulla cui pensare.