A GRANDI PASSI VERSO IL WELFARE PRIVATIZZATO!

Milano -

 

Secondo le anticipazioni del Sole 24 ore di qualche giorno fa, il ministro Sacconi presenterà in Parlamento un progetto di legge di riforma degli ammortizzatori sociali, che contiene due novità riguardanti il futuro dell’Istituto: togliere la gestione della cassa integrazione all’INPS per affidarla agli enti bilaterali; estendere l’indennità di disoccupazione alla generalità dei lavoratori, affidandone la gestione agli enti locali, probabilmente le regioni.

Ricordiamo che gli enti bilaterali sono organismi paritetici costituiti da rappresentanti delle aziende e dei sindacati concertativi, con funzione sussidiaria rispetto all’intervento pubblico nel campo della protezione sociale, ma il PDL di Sacconi va perfino oltre, assegnando loro compiti sostitutivi.

 

Siamo dunque di fronte ad un colossale progetto di privatizzazione dello Stato Sociale, con conseguente riduzione del ruolo dell’INPS, che da una parte perderà pezzi consistenti nella gestione degli ammortizzatori sociali, dall’altra subirà una inesorabile trasformazione da ente previdenziale in ente puramente assistenziale, destinato ad erogare pensioni sempre più povere, per effetto dell’introduzione, prima in forma mista, poi totale, del sistema di calcolo contributivo.

 

E’ stupefacente come nel pieno di una grave crisi economico-finanziaria,  provocata da un sistema di mercato regolato unicamente dall’elemento speculativo e dal profitto, che ha fatto delle privatizzazioni uno strumento di arricchimento a beneficio di pochi, si voglia ripercorrere nel nostro Paese la stessa strada fallimentare anche nel campo dello Stato Sociale.

Perfino negli USA, regno incontrastato del liberismo economico, si è dovuto prendere atto del fallimento di un sistema sanitario riservato solo ai cittadini in possesso di un’assicurazione privata, e si approva una riforma in senso universalistico, per tentare di porre rimedio ai guasti del sistema privatistico di tutela della salute.

In Italia invece i profeti del liberismo a scoppio ritardato vanno in tutt’altra direzione, perseguendo una politica che accrescerà ulteriormente le persistenti disuguaglianze sociali.

 

All’interno di questo quadro diventa allora più chiara la prospettiva entro cui si colloca il piano di riassetto delle Sedi INPS disegnato dalla delibera 140/2008, che diventa propedeutico alla privatizzazione del Welfare che ha in mente il Governo, e la ragione per cui l’Amministrazione vuole realizzarlo a tutti i costi ed in tempi relativamente brevi (il nuovo regime degli ammortizzatori sociali dovrebbe entrare in vigore, infatti, entro marzo 2010).

Non è un caso che solo la RdB, che da sempre combatte questa logica concertativa, stia facendo una strenua opposizione a questo progetto di riorganizzazione, denunciando l’arroganza dell’Amministrazione e la mancanza di un vero confronto sindacale.

Emerge, infatti, un clamoroso conflitto di interessi in capo ai sindacati confederali, che da una parte dovranno gestire le vertenze contro i licenziamenti o i ricorsi troppo “allegri” alla CIG, dall’altra saranno chiamati contestualmente ad erogare proprio tali prestazioni, che in teoria dovrebbero contrastare nell’interesse dei lavoratori.

 

Se da una parte possiamo considerare scontato e per nulla sorprendente il consenso manifestato da CISL e UIL, da tempo ormai approdati sulla sponda del sindacalismo “complice”, dall’altra risulta schizofrenica la posizione della CGIL, che continua a minacciare una finta opposizione, salvo poi firmare il verbale nazionale sulla riorganizzazione delle aree metropolitane del 9 novembre scorso, e il conseguente accordo regionale in Lombardia del 30 novembre: evidentemente la torta da spartire nel nuovo sistema degli ammortizzatori sociali privatizzati fa gola a tutti e non ammette eccezioni!

 

A corredo di questo scenario, registriamo infine un totale appiattimento dei vertici dell’Istituto sulle scelte di politica economica e sociale del Governo, che svilisce e mortifica il ruolo istituzionale dell’Ente, riducendolo a strumento delle politiche governative: basta leggere gli ultimi comunicati stampa del Presidente-Commissario, che non si limitano a diffondere i dati riguardanti le prestazioni dell’Istituto, ma indugiano volentieri - attraverso analisi interessate e parziali dei dati raccolti - a supportare le scelte politiche del Governo, allo scopo di diffondere un clima di ottimismo e minimizzare gli effetti sociali della crisi in atto.

 

La RdB non mancherà di contrastare tali devastanti progetti di privatizzazione e si opporrà a qualunque tentativo di mutilare il ruolo sociale e la funzione pubblica dell’INPS, coinvolgendo i lavoratori dell’Ente e gli utenti nelle iniziative di mobilitazione che si renderanno necessarie.

 

Per il momento, e nonostante tutto, AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI!

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lombardia