IL RITORNO DI BOERI A PIAZZA PULITA, SPARA SU GOVERNO E INPS
Comunicato n. 58/19
Io ero indipendente e per questo non andavo bene. Evidentemente all’INPS serviva qualcuno accondiscendente con le politiche del governo. In buona sostanza è stato questo il ragionamento fatto dal professore della Bocconi ed ex presidente dell’Istituto, intervenuto ieri sera nella trasmissione “Piazzapulita” su La7. A nessuno è sfuggita la frecciatina contro il suo successore, Pasquale Tridico.
Boeri ha sparato ad alzo zero su reddito di cittadinanza e quota cento. Ha bollato quest’ultimo provvedimento come iniquo ed ha lamentato una scarsa informazione sugli effetti che produce in termini di pensione maturata rispetto ai tempi di uscita dal lavoro previsti dalla Riforma Fornero.
La riflessione dell’economista milanese è stata la seguente: più si rinvia l’uscita dal lavoro più l’assegno pensionistico sarà alto. Un ragionamento che non fa una grinza e allora lasciamo i lavoratori in servizio finché vogliano, così potranno maturare una pensione sempre più elevata e se nel frattempo dovessero lasciarci le penne lo si potrebbe considerare un incidente di percorso. In questo modo i conti della spesa previdenziale ne gioverebbero di molto e metteremmo la parola fine al diritto alla pensione.
Fosse stato per Boeri gli attuali assegni pensionistici sarebbero stati ricalcolati tutti con il sistema contributivo, con la conseguenza di una generalizzata diminuzione del valore delle prestazioni pensionistiche.
Il prof. Boeri ci permetta di avere qualche dubbio sulla sua reale indipendenza, così come sull’imparzialità e la trasparenza. Abbiamo avuto modo di conoscerlo come presidente dell’INPS ed abbiamo archiviato il suo mandato come uno tra i più bui della storia dell’Istituto. La politica ha permeato l’Ente di previdenza ormai da tanto tempo e negarlo vuol dire guardare la realtà con lenti distorte. Come leggere altrimenti gli attacchi sistematici dell’attuale presidente del CIV, di fede UIL e di collocazione politica nel centrosinistra, all’attuale management dopo non aver mosso un dito contro le nefandezze della precedente gestione? Come interpretare se non in chiave politica e di salvaguardia del proprio orticello l’alzata di scudi contro il presidente da parte di CGIL-CISL-UIL, preoccupate di un’Amministrazione che vuole dialogare direttamente con i lavoratori, per una volta senza l’intermediazione della dirigenza, delle posizioni organizzative o dei sindacati, per capire quali siano le difficoltà vissute dal personale dell’Istituto?
Boeri anche da fuori cerca di continuare a condizionare le scelte dell’INPS, forte di un legame con una parte della dirigenza che non si è mai interrotto. Vogliamo ricordare ancora una volta al professore della Bocconi quanto gli abbiamo spesso rappresentato direttamente quando era presidente dell’Istituto: fosse stato per la USB non sarebbe mai diventato capo di uno dei più grandi enti di previdenza pubblica d’Europa, non fosse altro perché, a norma di legge, non aveva i requisiti per quell’incarico. E questo è talmente vero che per nominare il prof. Tridico presidente dell’INPS il governo ha dovuto cambiare la norma. E’ la politica, bellezza.