POSIZIONI ORGANIZZATIVE: COMPLICITA' E COGESTIONE

Comunicato n. 35/14

Nazionale -

 

 

 

 

 

 

Il 29 Novembre 2013 CGIL – CISL – UIL firmarono con l’Amministrazione il verbale d’intesa in materia di posizioni organizzative nel quale si stabilisce quanto segue:

 

·        “Presso ciascuna Direzione regionale e presso la Direzione generale è costituito un Nucleo della Valutazione per la gestione della procedura selettiva di conferimento degli incarichi di posizione organizzativa”.

 

·        “La griglia di valutazione riassume i criteri di valutazione suddividendoli in due ambiti ai quali è collegato il punteggio massimo: a) colloquio individuale,  b) percorso professionale”.

 

·        “Per la valutazione del colloquio il Nucleo disporrà fino ad un massimo di 60 punti, mentre il percorso professionale fino ad un massimo di 40 punti”.

 

La proposta della USB di procedere con una vera e propria prova selettiva tramite test viene rigettata, prima che dall’Amministrazione, proprio da CGIL, CISL e UIL.

 

Qualcuno si chiederà come mai ritorniamo sull’argomento a distanza di mesi. La risposta sta nella seconda edizione dei “corsi di formazione” organizzati dalla UIL Lazio per i propri iscritti (o per quelli che si iscriveranno al momento dell’ingresso in aula) “utili” per prepararsi al colloquio relativo all’attribuzione delle posizioni organizzative. Corsi contrabbandati come l’evento dell’anno!!! Ora è chiaro che è nella piena facoltà della UIL Lazio organizzare questi corsi ed anzi ci aspettiamo altrettante edizioni a cura della UIL Piemonte e della UIL Sardegna, oppure della UIL Toscana e della UIL Lombardia e così via di seguito.

 

Allo stesso tempo, è altrettanto evidente la totale confusione dei ruoli che ha portato il sindacato ad una complice cogestione dei processi istituzionali con un’amministrazione silenziosa e, a dir poco, accomodante, che così facendo svilisce la sua funzione e quella della sua Dirigenza.

 

Si dirà che tali valutazioni rimangono nell’ambito dell’opportunità e dell’etica, di cui ciascuno può avere una propria idea e misura, ma le cose cambiano ed assumono aspetti inquietanti ed inaccettabili quando l’attività della docenza di questi corsi è svolta dai dirigenti responsabili di due delle quattro Filiali dell’area romana che compongono il Nucleo di Valutazione, cioè da quelli che domani saranno chiamati a “valutare” gli aspiranti responsabili del processo.

 

A nostro parere non si tratta più di un problema di opportunità, ma di un vero e proprio conflitto di interessi, che rischia di far venir meno qualsiasi residuale “criterio di trasparenza” sulle procedure per la selezione delle figure apicali dell’organizzazione del lavoro.

 

Quale credibilità infatti potranno avere da oggi in avanti  tutte le selezioni che si svolgeranno nel Lazio? Ammesso che ne avessero prima.

 

E come sarà possibile continuare ad affidare al semplice colloquio con la Dirigenza il reclutamento delle figure apicali?

 

Sia chiaro, non stiamo certo scendendo dalla montagna del sapone con gli scarponi chiodati, sappiamo benissimo che tali processi sono all’ordine del giorno e non solo per l’attribuzione delle posizioni organizzative.

 

Rimane il fatto che si è raggiunto un livello di “sfacciataggine” fino ad ora mai così palese e spregiudicato, avallato da una parte dell’amministrazione senza ritegno.

 

Resta il fatto che con questi cosiddetti corsi di formazione organizzati dalla UIL Lazio è emerso alla luce del sole un andazzo diffuso, prima sotterraneo.

 

Rimane da vedere se ancora una volta i vertici dell’amministrazione faranno spallucce, derubricando quanto accaduto a semplice folklore, o se si vorrà cambiare strada, magari adottando quelle procedure concorsuali che la USB continua a chiedere in beata solitudine, insieme all’attribuzione dei costi delle posizioni organizzative al bilancio dell’Istituto e non al fondo incentivante di tutti i lavoratori.

 

Siamo certi, infatti, che quando le risorse saranno attinte dalle voci del proprio bilancio sarà la stessa amministrazione a prestare molta più attenzione, sia al numero delle posizioni organizzative, che alle procedure di attribuzione senza complicità e cogestioni.