TITO VUOLE IL BIS, CHIEDE UN NUOVO CONCORSO PER ANALISTA DI PROCESSO
Comunicato n. 19/18
Ancora non si sono placate le polemiche che hanno accompagnato il varo del concorso INPS per 365 posti a C1, profilo di “Analista di processo – Consulente professionale”, che nuova benzina viene gettata sul fuoco.
Ad ascoltare qualche voce ben informata fuori del palazzo della direzione generale dell’INPS, sembra che Boeri abbia chiesto di utilizzare le ulteriori autorizzazioni legate al turn over 2015-2016 (circa 700) per un nuovo concorso pubblico esattamente identico a quello per cui sono ancora in corso le prove. Quindi una nuova selezione per “Analista di processo – Consulente professionale”. Una richiesta insolita che getta un’ulteriore ombra sinistra sull’attuale vertice dell’Istituto di previdenza sociale.
Abbiamo saputo che dei poco più di mille candidati che sono sopravvissuti alla prima prova, trenta provengono dall’Università Bocconi di Milano. Forse al presidente dell’INPS sarà sembrata una percentuale troppo bassa o forse qualche “eccellenza” è sfuggita alle maglie della prima somministrazione di test.
Sembra ripetersi il copione della selezione per Capo Ufficio Stampa dell’INPS, quando il posto non fu assegnato perché il vincitore non era quello che qualcuno auspicava. E su questo ed altri episodi risulta vi sia una denuncia dell’ex direttore centrale risorse umane.
Speriamo che questa volta il direttore generale abbia un sussulto e si ricordi che percepisce un lauto stipendio non per rispondere di sì ai desiderata del presidente, ma per gestire la complessa macchina amministrativa dell’Istituto, che deve sopravvivere ad ogni tipo di vertice e che ha assoluto bisogno di nuovo personale da inserire nei processi produttivi. Chi è assunto all’INPS deve sapere che deve liquidare la NASPI e non che sarà la classe dirigente del futuro, come invece qualche profeta di via Ciro il Grande già ipotizza.