TRIDICO DECISO A VARARE LA RIORGANIZZAZIONE SOLO DOPO, CON COMODO, ARRIVERA’ IL CDA
(119/19)
Incurante di una situazione a dir poco imbarazzante che coinvolge l’attuale direttore generale dell’INPS, che si troverebbe, secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche, a rispondere di un conflitto d’interesse per la nota vicenda dei lavori di ristrutturazione del proprio appartamento, il presidente Tridico va avanti in modo deciso nel processo di riorganizzazione dell’Istituto e nell’ufficio di presidenza dell’11 dicembre potrebbero essere assegnate le nuove funzioni dirigenziali di prima fascia.
Si ipotizza una generale rotazione degli incarichi, tranne sorprese dell’ultima ora, secondo un criterio che dovrebbe vedere i dirigenti ex INPDAP occupare i posti chiave in direzione generale e quelli dell’INPS assegnati ai territori. Questo, ovviamente, in linea di massima. La vulgata che abbiamo raccolto ci dice di un direttore generale convinto che i dirigenti ex INPDAP siano utili in direzione centrale e quelli dell’INPS più adatti a governare i territori. Siamo quindi ancora alla divisione tra INPDAP e INPS: potremo mai arrivare un giorno a superare queste contrapposizioni ed a sentirci tutti parte di un unico ente? Se l’esempio parte dai vertici diventa poi difficile nelle sedi richiamare tutti ad uno spirito unitario.
Il presidente Tridico, quindi, non ha voluto raccogliere il nostro appello a rallentare il treno della riorganizzazione anche in attesa di chiarire la posizione del direttore generale e vuole portare a termine, costi quel che costi, il progetto che è riuscito a far condividere alla dirigenza, ai sindacati ed al governo, tanto da ottenere la sospensione della nomina del Consiglio d’Amministrazione, i cui componenti sono ormai noti, in attesa del varo della riorganizzazione, sulla quale ci siamo già espressi più volte.
Bene la separazione dell’informatica dall’organizzazione, ma non possiamo accettare che l’informatica interna sia messa sotto tutela da un “innovation manager” preso dall’esterno: è questa l’idea di internalizzazione che ha in mente Tridico? Sembra proprio di sì visto che si è fatto approvare “l’internalizzazione” del contact center attraverso la formazione di una società in house gestita da SISPI SpA, partecipata dall’INPS. Non è questa la nostra idea d’internalizzazione, così si internalizza per continuare ad esternalizzare.
Bene il ripristino di una direzione centrale formazione, ma ci sembra inopportuna la sottrazione alla direzione centrale risorse umane dello sviluppo delle competenze.
A Tridico di questa riorganizzazione interessano quattro cose: riuscire a governare l’informatica attraverso una persona fidata presa dall’esterno, istituire la scuola di alta formazione intitolata a Federico Caffè, che dovrebbe essere la futura evoluzione della rinata direzione centrale formazione, istituire una direzione centrale povertà per enfatizzare il ruolo sociale dell’istituto, controllare le banche dati, che rappresentano la ricchezza dell’INPS come aveva ben presente il suo predecessore Tito Boeri. Delle principali funzioni dell’INPS, vale a dire entrate contributive e pensioni, il presidente sembra quasi disinteressarsene, eppure sono ancora oggi quelle che assicurano la tenuta delle prestazioni e il mantenimento di un sistema previdenziale pubblico. Non ci arrenderemo mai all’idea di trasformare l’INPS in un ente prevalentemente assistenziale con residuali compiti in campo previdenziale. Piuttosto che pensare a come far decollare la previdenza complementare nel paese si pensi a come rilanciare il sistema previdenziale pubblico ed assicurare in futuro pensioni dignitose, mettendo mano all’attuale sistema di calcolo contributivo, prima ancora che all’età pensionabile.
L’Istituto, prima ancora di una riorganizzazione delle strutture centrali, avrebbe bisogno di riorganizzare l’attività lavorativa, recuperando una visione d’insieme dei processi lavorativi ed assicurando una generale e continua attività formativa. Ma questo, evidentemente, non fa notizia e diventa poco appetibile per chi vuole lasciare un immediato segno nella recente e tormentata storia dell’INPS. Eppure rappresenterebbe la vera svolta che farebbe recuperare credibilità all’Istituto e migliorerebbe la vita anche dei tanti colleghi costretti ogni giorno a subire gli attacchi dei cittadini utenti esasperati per i ritardi nell’erogazione delle prestazioni. Di questo abbiamo bisogno, tutto il resto lo lasciamo a chi attraverso questa riorganizzazione spera di ottenere posizioni di maggior potere, o di togliersi sassolini dalle scarpe o addirittura regolare conti di tipo personale. A noi interessa l’INPS e il suo futuro. Punto.