FORSE IN SETTIMANA LA NOMINA DEL CdA INPS
Comunicato n. 67/19
Questa potrebbe essere la settimana in cui finalmente dovrebbe essere nominato il Consiglio d’Amministrazione dell’INPS. Quattro consiglieri che affiancheranno il presidente Tridico nel governo dell’Istituto. Sabato scorso su alcuni quotidiani, tra cui “il Messaggero” di Roma, sono uscite delle anticipazioni sulla possibile composizione del CdA, che, a quasi dieci anni dal D.L. 78/2010, ripristinerà un governo collegiale uscendo definitivamente dalla lunga fase di governi monocratici, con l’uomo solo al comando di un ente che gestisce circa 800 miliardi di euro tra entrate ed uscite. Siamo l’unico sindacato in INPS che si è battuto in questi anni contro le forzature fatte alla normativa per le nomine di Boeri e Cioffi e contro una governance che ha prodotto profonde lacerazioni interne e peggiorato i servizi, rivendicando il ritorno ad un governo collegiale dell’Istituto con soggetti competenti e, possibilmente, indipendenti dalla politica partitica. Su questo secondo punto sembra che ormai l’INPS sia destinato a fare i conti con un controllo serrato del potere politico e con una lottizzazione che non fa sconti.
Veniamo, quindi, alle indiscrezioni. Per la Lega dovrebbe essere confermato l’attuale vice presidente, Adriano Morrone, affiancato da Raffaele Fontana, capo segreteria di Durigon al Ministero del Lavoro. Per il Movimento Cinque Stelle oltre al già nominato presidente Pasquale Tridico si fa il nome di Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, nonché marito di Marina Calderone, attuale presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, della quale si era fatto il nome come probabile presidente dell’INPS prima che la scelta cadesse su Tridico. A completare la squadra un rappresentante delle opposizioni. Il quotidiano romano informa i lettori che se toccasse al Partito Democratico la scelta quasi sicuramente cadrebbe su Maria Luisa Gnecchi, ex parlamentare del PD.
Se queste anticipazioni dovessero trovare conferma, ci sembra rassicurante la presenza di Morrone nella squadra, in quanto dirigente INPS e, quindi, conoscitore della macchina organizzativa e funzionale dell’Istituto. Allo stesso modo anche la nomina della Gnecchi, ex dipendente dell’INPS in pensione, con una lunga esperienza politica ed una grande attenzione alle materie gestite dall’Istituto, rappresenterebbe una valida scelta. Di Raffaele Fontana sappiamo quello che ci indica il curriculum su internet: funzionario della Regione Lazio, esperto di vertenze aziendali, dal giugno 2018 è a capo della segreteria del sottosegretario del Ministero del Lavoro, Claudio Durigon. Preoccupante invece ci appare la possibile nomina di Rosario De Luca, espressione dello stesso partito, il M5S, che ha nominato Tridico come presidente dell’Istituto, il quale ha affermato di voler recuperare molte delle attività dell’INPS affidate all’esterno. Delle due l’una: o è in atto il tentativo di accerchiare Tridico e di metterlo sotto tutela oppure la politica dei 5S sull’INPS è quantomeno poco chiara. Perché insistere tanto per far entrare in INPS uno dei massimi esponenti della lobby dei consulenti? A sentire Guglielmo Loy, presidente del CIV dell’INPS, la collaborazione con gli intermediari va rafforzata, almeno così riferisce chi ha ascoltato il suo intervento in Sardegna e così riferisce il quotidiano “La Nuova Sardegna”. Quindi? Verso quale direzione si vuole condurre l’Istituto?
Passiamo ora alle anticipazioni sulla funzione di direttore generale dell’Istituto. Sempre su “il Messaggero” di sabato scorso si faceva il nome di Gianni Bocchieri, direttore generale della direzione Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, in quota Lega, quale successore di Gabriella Di Michele, il cui mandato scade tra due anni. Secondo “il Messaggero” in questo modo il partito di Salvini cercherebbe di frenare l’attivismo di Tridico. Non vorremmo ritrovarci di nuovo con i due organi dell’Istituto, quello di governo e quello di gestione, l’un contro l’altro armati, come accaduto in passato. Non vogliamo neanche una situazione in cui il direttore generale abdichi al proprio ruolo per far spazio ad un presidente debordante, come accaduto con Boeri e Cioffi prima e con Boeri e Di Michele dopo. Il direttore generale dell’INPS deve essere un dirigente generale dell’Istituto, perché per governare la complessa macchina gestionale dell’INPS occorre conoscerne bene gli ingranaggi. L’Istituto ha bisogno di stabilità e rilancio e non di continue sperimentazioni.
Aspettiamo che l’attuale esecutivo faccia le sue scelte sull’INPS per valutarne appieno la portata. Lo faremo come sempre con coraggio, indipendenza e con l’unico interesse di salvaguardare e rafforzare le funzioni dell’Istituto e, con esse, una parte importante del Welfare del Paese.