DIRITTI NEGATI, L'INPS FA FINTA DI NON VEDERE
Comunicato n. 19/10
Hanno paura, forse addirittura il terrore di essere riconosciuti. Sono i giovani lavoratori delle ditte informatiche che operano dentro i locali della direzione generale dell’INPS a Roma, presso la direzione centrale per la tecnologia informatica (DCSIT), dove a fronte di 300 informatici interni ce ne sono ormai 1.200 in carico alle ditte esterne. Alcuni di loro sono stati intervistati dai giornalisti di REPORT, la trasmissione di Rai 3 andata in onda nella serata di ieri.
Hanno dovuto nascondere i loro volti, camuffare la loro voce per non essere riconosciuti dalla propria azienda. Ma cos’hanno denunciato di così grave da dover chiedere l’anonimato? Hanno forse riferito di appalti truccati, di commesse assegnate dietro pagamento di mazzette, oppure ancora di interessi personali di qualche dirigente dell’INPS in società esterne che ricevono incarichi dall’Ente previdenziale?
Niente di tutto questo. Sono andati in televisione a raccontare la loro condizione di lavoratori precari, con contratti a progetto o a tempo determinato. Tuttavia i lavoratori hanno dovuto celarsi dietro l’anonimato per illustrare le loro condizioni, pur stando all’interno dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Ci siamo vergognati della nostra azienda, perché non possiamo accettare che l’INPS collabori con aziende che si comportano come il peggiore dei padroni. Se una società informatica che opera in INPS licenzia senza motivo un proprio dipendente, l’Ente dovrebbe immediatamente interrompere i rapporti con quella ditta. Invece si negano i diritti ai lavoratori ed il vertice dell’INPS sembra non accorgersene o fa finta di non vedere. E’ fin troppo chiaro che le aziende informatiche che lavorano all’interno della DCSIT possano ormai fare il bello e il cattivo tempo con i propri dipendenti (perché di dipendenti si tratta altro che liberi professionisti), senza che l’INPS intervenga per mettere a confronto l’espletamento dell’attività lavorativa con la forma di contratto utilizzata dall’azienda. Quei lavoratori debbono registrare la presenza in servizio, hanno un orario di lavoro stabilito, operano con strumenti di proprietà dell’INPS e in locali dell’Istituto. Come si fa a sostenere che sono lavoratori a progetto? Agli ispettori di vigilanza bisognerebbe chiedere di fare le ispezioni dentro l’INPS, invece di mandarli a dare la caccia agli extracomunitari. Dovrebbero occuparsi dei lavoratori interinali e di come sono impiegati all’interno delle sedi dell’Ente, in mansioni che nulla hanno a vedere con il contratto che sottoscrivono all’atto dell’assunzione temporanea.
Che brutta figura hanno fatto ieri in televisione i Commissari dell’INPDAP e dell’INPS. Il primo a consigliare gli insegnanti precari della scuola ad inventarsi un lavoro estivo, magari come guide turistiche, il secondo a lamentarsi di percepire un compenso quattro volte inferiore a quello del direttore generale ma ignaro del clima di intimidazione subito da lavoratori che frequentano quotidianamente l’Ente che dovrebbe governare.
Noi non lasceremo soli quei lavoratori e denunceremo ogni forma di coercizione e di ricatto, perché l’INPS sia liberata da caporali, padroncini e padroni arroganti.