PER BATTERE IL MANSIONISMO C'E' UN'UNICA STRADA: PASSAGGI DI AREA FUORI DAGLI ATTUALI VINCOLI DI LEGGE
Comunicato n. 08/12
Non perderemo tempo e parole a ricordare come RdB prima e USB poi abbiano sempre messo la lotta al mansionismo tra i primi punti delle iniziative sindacali.
Vale la pena ricordare invece ai colleghi delle Aree A e B quello che hanno fatto e, soprattutto, non fatto le altre organizzazioni sindacali. Chi sa indicare una qualche iniziativa di mobilitazione promossa da sindacati che non siano la RdB sul problema delle mansioni superiori? Si arriva al massimo a citare i ricorsi al giudice del lavoro, presentati per esempio in gran numero dalla UIL del Lazio, con richiesta tuttavia di contributo “volontario”, in caso di vittoria, pari al 10% di quanto incassato… Ma noi parlavamo di mobilitazione!!!…
C’è anche chi a livello sindacale ha svolto, su questo tema, una funzione negativa. E’ il caso, per esempio, dell’ex segretario generale della CISL INPS, Giorgio Allegrini, che girava le sedi terrorizzando i colleghi che aderivano alle iniziative della RdB, come il blocco delle mansioni superiori o la richiesta di certificazione delle mansioni svolte, minacciandoli che se avessero seguito il sindacato di base non sarebbero mai passati all’area superiore.
Gli ex custodi, inquadrati ad A1, non dovrebbero dimenticare come sono stati trattati all’Aran dalle altre organizzazioni sindacali, nel momento in cui si doveva sostenere il loro ingresso negli enti previdenziali. Solo la RdB ospitò nella propria delegazione una rappresentanza di lavoratori e portò avanti con passione quella vertenza, salvo poi verificare che molti di quei lavoratori, una volta entrati in INPS, andavano ad ingrossare le fila di quei sindacati che fino a quel momento li avevano schifati.
Tolto qualche sassolino dalle scarpe, passiamo alle proposte concrete. La via maestra per superare il mansionismo resta l’inquadramento all’area superiore e la progressiva costituzione di un’area unica C, con la cancellazione delle aree inferiori. Tuttavia vanno considerati gli attuali vincoli normativi, che prevedono:
- di ritagliare i posti per i passaggi di area dal numero di assunzioni autorizzate ogni anno sulla base del 20% dei pensionamenti avvenuti;
- di lasciare il 50 % delle vacanze organiche della posizione iniziale dell’area per gli ingressi tramite concorso esterno;
- il possesso del titolo di studio previsto per l’area per cui si concorre (laurea per l’area C e diploma per l’area A) e il superamento di un concorso pubblico con riserva di posti (criteri previsti dalla Riforma Brunetta).
Noi proponiamo che l’INPS chieda al governo una deroga per:
- effettuare le selezioni per il passaggio di area svincolate dal blocco del turn over e secondo le capacità di spesa dell’amministrazione;
- bandire selezioni interne (in deroga alla Riforma Brunetta), utilizzando i criteri previsti dal contratto nazionale di lavoro in vigore (diploma più anzianità di servizio per l’area C e scuola dell’obbligo più anzianità per l’area B).
Nel frattempo, attraverso le selezioni previste con decorrenza 1° gennaio 2011 e 1° gennaio 2012, si dovrebbe favorire lo scorrimento del personale di A e B verso la posizione apicale dell’area: B3 – A3.
Nell’immediatezza, si dovrebbe ridurre ancor di più la forbice tra i livelli economici delle aree A e B e la prima posizione economica dell’area superiore.
Non ci sembrano proposte campate in aria, di fronte ad un blocco del rinnovo del contratto collettivo nazionale che potrebbe durare anche otto anni, impedendo qualunque intervento normativo sull’attuale sistema di classificazione suddiviso in tre aree, che risulta del tutto incongruente con l’organizzazione del lavoro dell’ente.
Il Direttore Generale il 22 giugno dello scorso anno ha assunto un impegno con i lavoratori, nel corso dell’assemblea nazionale convocata in Direzione Generale a Roma. Aspettiamo ancora che l’impegno sia onorato e la pazienza non è infinita. E’ necessario inviare una richiesta ai ministeri vigilanti per l’attivazione di un confronto sull’ipotesi di deroga.
Nel momento in cui è chiesta ai lavoratori la disponibilità a continui processi di riorganizzazione, anche alla luce della soppressione di INPDAP e ENPALS, ci sembra che ci dovrebbe essere maggiore attenzione da parte dell’amministrazione verso scelte che favorirebbero anche un progressivo assorbimento degli esuberi.