MOZIONE FINALE DEL COORDINAMENTO NAZIONALE USB P. I. INPS - FRASCATI (ROMA) 15-16 GENNAIO 2016

Liberare l’INPS dal malaffare, dalla dipendenza stretta dalla politica, per recuperare vera trasparenza e indipendenza, restituendo valore sociale alle funzioni dell’Istituto e orgoglio ai lavoratori dell’Ente, con la convinzione e la responsabilità di essere parte fondamentale dello Stato Sociale.

Nazionale -

Il Coordinamento nazionale USB Pubblico Impiego INPS, riunito a Frascati (Roma) nei giorni 15 e 16 gennaio 2016, denuncia gli effetti devastanti delle guerre interimperialiste che continuano a insanguinare il Medio Oriente, l’Africa, arrivando fin dentro l’Europa, guerre che alimentano il terrorismo e che esprimono anche un terrorismo di stato con la morte di civili che subiscono gli effetti di conflitti scatenati per l’accaparramento delle risorse economiche ed energetiche. Le politiche di austerità e di attacco al Welfare imposte dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europea), che hanno avuto pesanti ripercussioni anche nel mondo del lavoro pubblico con un prolungato blocco dei contratti e un arretramento nel campo delle tutele lavorative, possono essere superate e messe da parte, secondo tali organismi, se si parla d’investire in armamenti e in interventi militari nelle zone di guerra, mentre la spesa sociale, gli investimenti nella sanità e nella tutela della vita e della salute continuano a subire pesanti tagli e processi di privatizzazione. L’Unione Europea si è rivelata il problema e non la soluzione alla crisi sistemica esplosa in modo evidente nel 2008 ma le cui origini datano da molto più tempo. L’adesione di USB alla Piattaforma Sociale Eurostop è il tentativo di dare gambe al progetto di costruzione di un’area del Mediterraneo alternativa all’Unione Europea, evitando così di lasciare campo libero al populismo delle destre xenofobe nella critica e nell’opposizione all’Euro. Ricostruire il movimento dei lavoratori in Italia partendo dalle macerie prodotte da CGIL-CISL-UIL e lavorare all’idea di un’area mediterranea alternativa alla zona euro sono gli obiettivi sindacali e sociali che la USB si è data. Ripartire dal rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, strappando risorse economiche adeguate a recuperare il valore degli stipendi abbattuto in oltre sei anni di fermo, è un obiettivo irrinunciabile per la USB Pubblico Impiego e per la struttura USB dell’INPS. Dopo il difficile e riuscito sciopero del 20 novembre scorso, con la completa assenza e latitanza di tutte le altre organizzazioni sindacali, è il momento di riorganizzare la lotta e di coniugarla con le altre questioni legate alle funzioni e alle sorti dell’Istituto.  

 

Dopo un’ampia discussione sul primo anno di attività dei nuovi vertici dell’INPS, il Coordinamento nazionale:

  • Esprime un giudizio nettamente negativo sull’operato del presidente Boeri e del direttore generale Cioffi, che finora non hanno avanzato alcuna proposta di rilancio delle funzioni dell’Istituto distinguendosi invece per un’ostentata ostilità nei confronti del personale manifestata attraverso l’uso repressivo del codice disciplinare e la pervicace contrarietà al riconoscimento della professionalità dei lavoratori, tale da impedire l’avvio delle selezioni interne;
  • Ritiene necessario ed urgente intervenire sulla qualità della vita lavorativa all’interno dell’Istituto, notevolmente peggiorata negli ultimi anni a seguito della diminuzione degli organici, dei processi d’integrazione tra enti diversi, dell’aumento dei carichi di lavoro, della mancanza di un ricambio generazionale, dell’imposizione di un clima aziendale volto a determinare competizione e divisione tra i lavoratori e che strategicamente non è monitorato secondo gli obblighi previsti dal DLgs 81/2008, con particolare riferimento allo stress da lavoro correlato ed alla mancata applicazione delle direttive europee in tema di mobbing, discriminazioni e molestie.  La spending review e la mancanza di un generalizzato intervento formativo hanno avuto effetti devastanti sull’Ente. Oggi non è più rinviabile un intervento di implementazione degli organici e l’avvio di nuove assunzioni, utilizzando pienamente le graduatorie dei concorsi pubblici già espletati e dando certezze agli attuali lavoratori in comando attraverso la definitiva stabilizzazione;    
  • Impegna l’intera struttura sindacale aziendale della USB, sia a livello nazionale che a livello territoriale, per contrastare e respingere il clima intimidatorio che si è scatenato contro i lavoratori attraverso un uso vessatorio del codice disciplinare, utilizzato anche come arma di repressione del dissenso e del conflitto sindacale;
  • Sottolinea come Boeri e Cioffi siano stati nominati rispettivamente  presidente e direttore generale dell’INPS in assenza del possesso dei requisiti previsti dall’art. 7 del DL N. 78 del 31 maggio 2010 e dall’art. 12 della Legge 9 marzo 1989 N. 88 e come il ministro del lavoro Poletti a distanza di otto mesi non abbia ancora risposto all’interrogazione presentata a tale proposito da alcuni senatori del M5S;
  • Riafferma la totale contrarietà al progetto “la mia pensione”, peraltro non a costo zero come imprudentemente sostenuto più volte  da Boeri, e a quello denominato “mylifemyproject”, entrambi finalizzati a pubblicizzare e sollecitare l’adesione alla previdenza complementare privata;
  • Denuncia che il presidente dell’INPS, invece di proporre una riforma della previdenza che garantisca in futuro pensioni pubbliche dignitose a tutti, si preoccupi di sollecitare interventi normativi che, senza alcun riferimento alle enormi risorse sottratte alla collettività dall’evasione fiscale, contributiva e dalla corruzione, taglino le attuali pensioni per assicurare un reddito minimo agli ultracinquantacinquenni che dovessero restare senza occupazione, permettendo così alle imprese di licenziare con più facilità e meno oneri anche lavoratori in età avanzata;
  • Contesta la generalizzata e reiterata imposizione di mansioni superiori al personale delle aree A e B senza un adeguato riconoscimento della professionalità espressa. Rivendica per tali lavoratrici e lavoratori una prioritaria attenzione in occasione dell’emanazione delle selezioni interne, ribadendo ancora una volta che in ogni caso la soluzione definitiva deve essere trovata in sede di rinnovo del contratto collettivo nazionale con la costituzione dell’Area unica e la collocazione di tutto il personale delle aree A-B-C nella nuova Area unica;
  • Ripropone un accordo che abbia validità per il triennio 2015-2017 utilizzando le risorse economiche della crescita professionale prioritariamente per la collocazione di tutti i lavoratori delle aree A e B ad A3 e B3, assicurando  un doppio passaggio a chi è attualmente collocato ad A1 e B1. Inoltre l’accordo dovrà prevedere un passaggio economico per tutti i lavoratori dell’area C non collocati al livello apicale dell’area, il ripristino dei passaggi verticali di area per i lavoratori delle aree A e B, dando priorità a chi è già collocato ad A3 e B3 e superando le restrizioni imposte dalla Riforma Brunetta che non risultano ancora recepite dal contratto collettivo nazionale;
  • Rivendica all’interno del contratto integrativo di Ente 2015 un congruo numero di passaggi economici con decorrenza 1° gennaio 2015 oppure, qualora non ci sia intesa in tal senso, un riconoscimento economico di professionalità a tutto il personale che incrementi l’importo del TEP, compreso quello dei lavoratori collocati alle posizioni apicali delle singole aree, da riassorbire in occasione di futuri passaggi che non devono essere comunque vincolati ad eventuali interventi di riorganizzazione;
  • Pretende il riconoscimento della validità giuridica ed economica dei passaggi a B1 e C1 effettuati successivamente all’emanazione del DL 78 del 2010 ma autorizzati in precedenza, adeguando le retribuzioni tabellari dei lavoratori interessati con decorrenza 1° gennaio 2015;
  • Respinge il sistema di valutazione delle competenze considerandolo un pericoloso precedente, anche nella prospettiva di un’eventuale applicazione delle fasce di merito previste dalla riforma Brunetta e non abrogate dalla riforma Madia, chiedendo su tale argomento un approfondito confronto e diffidando l’amministrazione dall’utilizzo delle schede di rilevazione;
  • Denuncia la posizione rinunciataria dei vertici dell’Istituto nei confronti della Vigilanza e reclama un loro maggiore impegno a tutela della funzione e dei lavoratori, non intendendo rassegnarsi alla perdita del controllo e della gestione dell’attività di Vigilanza, che resta fondamentale per il recupero dell’evasione contributiva e per la tutela dei lavoratori, anche in considerazione dei ritardi e delle difficoltà che il costituendo Ispettorato nazionale del lavoro sta riscontrando;
  • Contesta agli attuali vertici dell’INPS la totale assenza d’intervento per recuperare il controllo e la gestione dell’Informatica, tornando ad investire in risorse interne anche e soprattutto con nuove assunzioni, per affrancarsi dalla dipendenza ormai totale dalle ditte esterne, alle quali è stato consegnato il controllo e  l’utilizzo di dati sensibili soggetti alla privacy. Una reinternalizzazione che nel tempo potrebbe determinare rilevanti risparmi e incrementare l’efficienza, a  vantaggio della qualità del servizio e della maggiore fruibilità delle procedure da parte dei lavoratori dell’Istituto;
  • Esige il pagamento pieno dell’incentivo 2015 a tutti i lavoratori delle Sedi e pretende l’immediato avvio del confronto per la revisione del sistema di rilevazione della produttività, che guardi al complesso delle attività svolte e alla qualità del servizio;   
  • Ribadisce che il sistema indennitario funzionale alle scelte organizzative dell’amministrazione non può in alcun modo gravare sul Fondo incentivante dei lavoratori;
  • Denuncia le modalità con cui l’amministrazione, al centro e nei territori, gestisce le relazioni sindacali, rivendicando il rispetto del ruolo delle rappresentanze dei lavoratori a partire dalle RSU;
  • Rifiuta ogni proposta di riorganizzazione dell’INPS che arrivi da vertici nominati in contrasto con precise disposizioni di legge, esprimendo netta contrarietà per un’ennesima riorganizzazione dell’Istituto negli ultimi sette anni.

 

Il Coordinamento nazionale USB Pubblico Impiego INPS a conclusione dei lavori proclama lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS, impegna i delegati USB a convocare assemblee di Sede per la discussione e votazione dei contenuti del presente documento e convoca da subito un’assemblea nazionale con manifestazione presso la Direzione generale dell’INPS per il prossimo 19 febbraio, avviando la campagna nazionale “LIBERIAMO L’INPS”

 

Liberare l’INPS dal malaffare, dalla dipendenza stretta dalla politica, per recuperare vera trasparenza e indipendenza, restituendo valore sociale alle funzioni dell’Istituto e orgoglio ai lavoratori dell’Ente, con la convinzione e la responsabilità di essere parte fondamentale dello Stato Sociale.

 

MOZIONE APPROVATA ALL’UNANIMITA’ DAL COORDINAMENTO NAZIONALE

 

Frascati, 16 gennaio 2016