USB INPS, SCONGIURIAMO IL TAGLIO DELLE RETRIBUZIONI. MOBILITAZIONE E DIPLOMAZIA SI MUOVANO INSIEME
Comunicato n. 57/13
Non appena si è appresa la notizia che la seconda nota di variazione al bilancio dell’ente era stata bocciata dal MEF, lo scorso 26 settembre l’USB dell’INPS ha immediatamente organizzato l’assedio del Ministero dell’Economia contro il taglio delle retribuzioni dei lavoratori. L’intero Coordinamento nazionale della USB INPS, a Roma per una riunione sindacale, ha messo in atto una manifestazione spontanea che è durata più di tre ore. Una protesta forte, nel corso della quale è stato annunciato il blocco dell’attività lavorativa nelle sedi. Ai dirigenti di polizia che hanno fatto da intermediari tra l’USB e l’Ufficio del Capo di gabinetto del Ministro è stato chiesto di riferire che il sindacato di base dell’INPS farà di tutto per impedire che le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori subiscano un taglio di 300 euro al mese.
Nel frattempo era già partita una preoccupata e dura nota del Presidente dell’Istituto ai ministeri vigilanti, con la quale si affidava al Direttore generale il compito di seguire il confronto diretto con i ministeri e di fornire ogni opportuno riscontro. Nella serata del 27 settembre il Direttore generale ha incontrato il Ragioniere generale dello Stato, aprendo un filo diretto con chi ha raccolto e rilanciato l’attacco alle retribuzioni avviato con ostinazione dal Collegio dei Sindaci dell’INPS. Finalmente un’iniziativa compatta e determinata dei vertici dell’ente. Anche il CIV ha preso posizione contro il taglio delle retribuzioni.
E’ necessario elevare la temperatura della mobilitazione contro i tagli per 532 mln imposti all’INPS, contro la decurtazione delle retribuzioni per 300 euro mensili e contro il rischio che il processo d’integrazione di INPDAP e ENPALS con INPS sia pagato dai lavoratori. Sono necessari infatti almeno 40 mln per parificare le retribuzioni accessorie e quelle risorse, senza un adeguato finanziamento, saranno prelevate dal Fondo a scapito degli stessi lavoratori. Le prime iniziative spontanee delle RSU e dei lavoratori di alcune sedi sono un segnale incoraggiante.
USB, contrariamente a quanto fatto in passato dalle altre organizzazioni sindacali, non ostacolerà le iniziative promosse da CGIL-CISL-UIL-CISAL, pur ritenendole poco incisive.
Il Coordinamento nazionale della USB INPS, riunito a Frascati dopo la manifestazione davanti al Ministero dell’Economia, ha votato all’unanimità le seguenti forme di protesta che saranno portate all’attenzione dei lavoratori in tutte le sedi di lavoro:
- Indizione di assemblee spontanee senza preavviso e senza timbrare l’astensione dal servizio;
- Black out informatico degli uffici, con l’eccezione degli sportelli d’informazione dell’utenza che devono continuare ad operare;
- Occupazione delle sedi.
Non timbrare l’assenza per assemblea dà la possibilità ai lavoratori di prolungare la protesta oltre le 30 ore previste dal contratto di lavoro. Il black out informatico, vale a dire tenere i pc spenti per l’intero arco della giornata lavorativa, mira a far monitorare dal centro il crollo del consumo di corrente e della produzione. Il black out non deve valere per l’attività di sportello perché i nemici dei lavoratori non sono i cittadini utenti, con i quali al contrario va costruita un’alleanza sempre più stretta. USB diffida chiunque dall’intimidire, pressare, terrorizzare i lavoratori rispetto ad eventuali rischi di ritorsioni da parte dell’amministrazione. La situazione è estremamente grave e in questi casi la risposta deve essere adeguata a quanto sta accadendo, superando, se necessario, i limiti previsti appositamente dai contratti per impedire una vera mobilitazione.
Queste le proposte per i prossimi giorni:
- 3 ottobre – 1 giorno di black out informatico in tutto l’INPS;
- 9 e 10 ottobre – 2 giorni di black out informatico in tutto l’INPS;
- 16, 17 e 18 ottobre – 3 giorni di black out informatico in tutto l’INPS;
- Assemblee spontanee senza il preavviso di tre giorni. L’assenza dal servizio non deve essere timbrata come ulteriore forma di protesta. Va garantita l’attività d’informazione all’utenza, mentre invece va interrotta l’attività di produzione;
- Occupazione delle sedi con il coinvolgimento delle associazioni e dei movimenti dei cittadini per la difesa dei diritti sociali.
Facciamo crollare la produzione. Cominciamo a lavorare con lentezza, respingendo i ritmi forsennati imposti dalla riorganizzazione degli uffici e dalla diminuzione di personale.
RIVENDICHIAMO DIGNITA’ E REDDITO
A TESTA ALTA !!!